Corigliano Rossano. In fiamme l’auto del giornalista Fabio Buonofiglio

Fabio Buonofiglio

Corigliano Rossano – Manca poco all’una. Siamo nel cuore del centro urbano di Corigliano. D’un tratto i residenti del quartiere odono un boato, è il ritorno di due auto date alle fiamme, ma quella presa di mira appare verosimilmente quella del giornalista Fabio Buonofiglio, 46 anni, direttore responsabile della testata giornalistica OnLine “Altrepagine”, già corrispondente di Gazzetta del Sud, del quotidiano “Il Garantista”, e redattore in passato presso testate giornalistiche in altre regioni d’Italia.  La sua Fiat Punto è stata avvolta completamente dalle fiamme, le quali si sono propagate fino a colpire il mezzo parcheggiato nelle adiacenze. Sul posto si sono portati i vigili del fuoco e una pattuglia dei carabinieri. In passato aveva avuto già altri danneggiamenti, ma mai di questa portata. Il gesto, di chiara matrice intimidatoria, è all’attenzione degli investigatori.   

La reazione della testata giornalistica Altrepagine a poche ore dall’accaduto

Carissimi lettori di AltrePagine. Mi rivolgo a voi tanti lettori perbene che rappresentate la gran maggioranza, poiché, a leggerci, quotidianamente, v’è pure quella minoranza che perbene non lo è affatto. Questa di stanotte per noi non è una cronaca “normale”, non è il nostro normale lavoro d’informazione quotidiana da anni al vostro pubblico servizio, ma il fatto accaduto fa parte del nostro lavoro. E il dovere dei cronisti è quello di raccontare i fatti. Il fatto ci riguarda direttamente e personalmente. Poco prima dell’una di questa notte – adesso che scriviamo silenziosissima – qualcuno ha deciso di far fare un fragoroso botto alla nostra autovettura, parcheggiata sotto la nostra abitazione. Qualcuno, insomma, ha dato fuoco alla nostra Fiat Punto grigia mandandola completamente distrutta, carbonizzata. E con essa, purtroppo, è andata a fuoco pure l’auto parcheggiata di fianco appartenente a una signora che abita nel nostro stesso condominio ed alla quale esprimiamo tutto il nostro rammarico e la nostra piena solidarietà, per quel che possono servire. Passata la notte, non è affatto un bel giorno per nessuno di quanti, qui, possono ascriversi alla società civile. Per la nostra testata, per noi giornalisti, per noi stessi come persone appartenenti alle nostre famiglie, ai nostri affetti più cari, alla nostra comunità civile della città di Corigliano-Rossano e del comprensorio della Sibaritide, la nostra terra. Dove abbiamo deciso di continuare a vivere e dove tutti noi persone perbene lavoriamo onestamente, ognuno col proprio lavoro e in condizioni per tutti assai difficili, per creare ognuno il proprio personale sano progresso e tutti insieme il sano progresso della nostra comunità. Se ci uniamo e restiamo uniti ce la faremo. AltrePagine e il suo direttore non si lasciano intimidire: continueremo a lavorare e ad informare, come abbiamo sempre fatto

NOTA DI SOLIDARIETÁ DI I&C

 Di solito è lui a scrivere di cronaca, sovraesponendosi come non mai.  È uno di quelli che non si risparmia, va in fondo alla notizia, ama la cronaca nera e la giudiziaria. E in politica spesso non è uno che le manda a dire. Questa volta è toccato a lui, è lui il destinatario di quella che lui stesso qualifica giornalisticamente  come “l’anonima incendi”. Questa volta è lui ad esserne vittima.  E’ una di quelle notizie che non avremmo mai voluto scrivere, non per spirito corporativo, ma perché in questi casi è davvero minata la democrazia, la libertà di espressione e di pensiero, il diritto di critica e di cronaca. Siamo sicuri che le autorità competenti sapranno pervenire al o agli autori del vile atto. Mai come in questi casi è difficile individuare il corridoio giusto, perché si scrive tanto, molto, e diventa quasi impossibile posizionarsi sulla pista della verità. D’altronde questo è un territorio in cui lo svolgimento di una attività, in questo caso giornalistica, si traduce spesso in scontro di stampo personalistico, senza saper fare quel giusto distinguo oggi più che mai necessario per uscire fuori dal provincialismo.  

 Quel che è bene sottolineare, e che spesso sfugge ai più, è che quando si esercita questo mestiere è perché lo si ama. Molti amici colleghi lasciano la penna o il microfono perché, almeno da queste parti, di giornalismo non si vive, o se si riesce, a stento. I sopravvissuti restano o ostentano, fino a quando? Non è dato sapere.  È in questo contesto che si alimenta l’amarezza e il dispiacere rispetto a quanto è accaduto. Oggi chi svolge questa attività e tenta di farlo con scrupolo, pur ammettendo la tesi secondo cui a tutti è dato poter sbagliare, è vissuto come un impiccione, uno che non si fa gli affari suoi. Ed ecco allora che si avvia una sorta di campagna di isolamento nella migliore delle ipotesi, altrimenti si mette in moto un’azione di discredito o, peggio, si colpisce vilmente come è accaduto questa notte. Eppure scrivere, saper scrivere, analizzare i processi, entrare dentro la notizia, non è cosa da tutti. Occorre una bella dose di coraggio, che il più delle volte non c’è. Nel corso di una carriera si seminano tanti nemici, altrettante antipatie, insomma si dà fastidio! Ci si circonda di odio avendo come contropartita, non certo tangenti o grossi conti in banca, ma la precarietà. Ma questa è materia per idealisti, così si viene bollati da un tessuto sociale infarcito di furbetti del più bieco quartierino. E come dare torto a questa nutrita porzione di società, se si pensa che oggi i vincenti (non certo i veri), in una visione meramente materialista,  sono proprio coloro sprovvisti dei valori minimi essenziali per una convivenza civile e rispettosa. Che non c’è, considerata la puntuale evidente recrudescenza ormai sotto gli occhi di tutti, ai vari livelli.  Cogliamo l’occasione per esprimere la più assoluta ed incondizionata solidarietà all’amico e collega Fabio Buonofiglio.

La Direzione della testata giornalistica I&C

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