Corigliano Rossano. Giornata della Memoria: Solo Andata, ricordare per non ripetere

CORIGLIANO ROSSANO – Cosa accomuna i profughi della Seconda Guerra Mondiale ai migranti di oggi? Un viaggio. Spesso di SOLA ANDATA in cui è nota solo la partenza, ma non il ritorno. Quando poi è possibile un ritorno. Mercoledì 27 gennaio alle ore 10, la città di Corigliano Rossano celebrerà la Giornata della Memoria con un evento online rivolto alle scuole secondarie di secondo grado.

Saranno presenti Judith Itzhak, ex internata a Ferramonti e Yolanda Bertham, figlia dell’internato David Henry Ropschitz che con le loro testimonianze faranno rivivere e ricordare con immagini e parole per tenere viva la memoria.

Insieme a loro anche Estelle Assi che racconterà l’esperienza del viaggio affrontato per arrivare in Italia dopo aver dovuto abbandonare il proprio paese di provenienza: la Costa d’Avorio.

Consapevoli che le due realtà non possono essere paragonate, l’iniziativa vuole riflettere ed approfondire su una parola troppo sentita: profugo. Chi sono i profughi? Persone costrette a lasciare, spesso di notte, nello spazio di poche ore, la propria casa e la propria vita per intraprendere un viaggio di cui non si sa nulla. Un’odissea per la possibilità di vivere ancora. Un viaggio fatto di speranza e paura, e che spesso vuol dire morte. Un viaggio verso il forno crematorio, un viaggio attraverso il mare, un viaggio verso la libertà, un viaggio alla ricerca di una nuova vita. Come compagni di viaggio solo pochi oggetti e il ricordo di una casa che viene lasciata e chissà se mai verrà rivista. “Mi fa impressione quando sento di barconi affondati nel Mediterraneo, magari 200 profughi di cui nessuno chiede nulla. Persone che diventano numeri anziché nomi. Come facevano i nazisti. Anche per questo non ho mai voluto cancellare il tatuaggio con cui mi hanno fatto entrare ad Auschwitz“. Queste sono le parole con cui la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto, ha ben espresso il concetto di profugo. Durante l’incontro sarà proiettato il corto di animazione “La stella di Andra e Tati” che racconta la vera storia di due sorelle italiane sopravvissute ad Auschwitz.

L’iniziativa è organizzata nell’ambito di “Ancora di parole: un porto aperto alle culture!” un progetto sostenuto da Fondazione CON IL SUD e Centro per il Libro e la Lettura. All’evento online prenderà parte anche l’Assessore alla città della Cultura e della Solidarietà Donatella Novellis insieme a Nicoletta Bellizzi, referente CSC – Credito Senza Confini e Tina Morello dell’associazione culturale Idee in Movimento.

“La singolarità del fatto non impedisce l’universalità della lezione che se ne trae, scriveva il filosofo bulgaro Tzvetan Todorov in Memoria del bene, tentazione del male. È questo il senso pieno della nostra iniziativa – sottolinea l’assessore Novellis – mantenere viva la memoria storica della shoah non riguarda soltanto il popolo ebraico, ma l’intera umanità, perché da quegli avvenimenti siamo chiamati, ancora oggi, a trarre insegnamento. Farne una lezione per noi e per le giovani menti di questo paese, per leggere con occhi nuovi e diversi le storie dei migranti contemporanei. Di quanti oggi fuggono da fame e disperazione, odio e repressione”.

Per la realizzazione dell’evento fondamentale l’aiuto del Museo Ferramonti di Tarsia, grazie al quale è stato possibile contattare le testimonianze del più grande campo di concentramento d’Italia. Un campo di concentramento che, a differenza dei più famosi Auschwitz e Birkenau, non è stato un “campo di morte” bensì di umanità. Un unicum che, grazie al popolo calabrese e alle professionalità presenti fra i deportati, ha dato vita ad un esempio di autogestione interna e scambio con le realtà locali da cui prendere esempio.

Per maggiori info è possibile visitare il blog www.esperienzeconilsud.it/ancoradiparole/ o contattare il 328.0664676.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: