Corigliano Rossano. Fusione, Madeo: Non si distrugga il sogno

Corigliano Rossano – «Sono sconcerta per il silenzio/indifferenza dietro al quale si sono trincerati l’Amministrazione comunale e la Maggioranza consiliare rispetto all’iniziativa di alcuni cittadini che hanno avviato la sottoscrizione civica per la richiesta di scissione del comune di Corigliano-Rossano. Lo dico chiaramente: è un silenzio/indifferenza complice di chi rema contro lo sviluppo di questo territorio. Comprendo benissimo le ragioni di chi oggi si sente tradito dal progetto di fusione. Probabilmente mi troverei anche io tra quei sottoscrittori se non sapessi che una vera e grande città è possibile se solo fosse governata. Se oggi siamo nelle condizioni in cui questa realtà comunale sembra del tutto ingestibile, non è per colpa di un progetto fallimentare. Tutt’altro: è la manifesta incapacità di chi amministra di saper dare risposte. Prendiamo un esempio su tutti: le strade. Il nuovo comune di Corigliano-Rossano non ha allargato i suoi confini e ridotto il volume dei lavoratori della manutenzione. Se prima, ad esempio, le strade di Corigliano venivano manutenute da 10 persone oggi dovrebbero essere manutenute da 20 perché, se è vero che è stato ampliato il perimetro del Comune, è anche vero che è stata aggregata la forza lavoro alle dipendenze del municipio stesso. Quindi, se le cose non vanno non è per colpa della fusione bensì di un’Amministrazione che non sa gestire la macchina comunale e tutti i servizi connessi. E questo vale per il più piccolo paesino d’Italia piuttosto che per Roma capitale. Una buona Amministrazione deve andare a trovare le risorse per gli interventi (e non mi pare che questo stia avvenendo) a maggior ragione che la fusione glielo permette più e meglio di quando c’erano due singoli comuni. Un’Amministrazione illuminata deve saper programmare e proporre e non si deve piangere addosso. Ma temo che chi oggi amministra, questa nuova grande Città, in fondo, non l’ha mai voluta e l’azione politica dimostra quello che preannunciavamo già in campagna elettorale: ritrovarsi al potere una classe dirigente capace di demolire con “normalità” il sogno di un futuro migliore per le nuove generazioni. Non si deve tornare indietro. Bisogna dare un taglio alle parole e iniziare a lavorare seriamente» (Comunicato stampa).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: