Corigliano-Rossano, Enel: nuova protesta dei lavoratori dell’indotto, fumata nera nell’ìncontro con i vertici

Cgil-Cisl-Uil

I lavoratori dell’indotto che ruota attorno a quel che resta della centrale termoelettrica Enel tornano a incrociare le braccia.  Protestano da questa mattina per far luce sulla precarietà contrattuale che li vede coinvolti da diversi mesi. Il sit-in è la risposta all’incontro che si è tenuto ieri tra l’amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, i vertici di Enel e le organizzazioni sindacali Cgil-Cisl e Uil dai cui esiti  non è emerso un futuro chiaro per la centrale e per i lavoratori.
Un cinquantina di operai, anche in segno di solidarietà ad almeno 11 lavoratori coinvolti nella vertenza in atto, hanno stazionato per lunghe ore nei pressi dell’ingresso del sito energetico.  Da mesi sono in attesa di un nuovo contratto a tempo indeterminato legato anche al fatto che la ditta ha aumentato le sue attività di lavoro nell’impianto, ma al momento gli unici contratti sono sempre a tempo determinato. Lo scorso anno due di questi lavoratori avevano protestato sulle ciminiere della centrale chiedendo una stabilità contrattuale, ma a quanto pare questa non è mai arrivata e per mesi la ditta ha continuato ad alternare diversi contratti trimestrali.

Forte presa di posizione delle organizzazione sindacale

Forte la presa di posizione delle parti sociali. Secondo Giuseppe Guido, segretario generale CGIL Pollino-Sibaritide Tirreno,  «continua a non esserci alcuna prospettiva sul futuro dell’impianto e, all’incontro di ieri, Enel non ha offerto alcune risposta alle varie questioni che da mesi lasciano nello sconforto tutti i lavoratori. Questo territorio non può essere mortificato da Enel e dalle varie aziende dell’indotto, pretendiamo rispetto. Vogliamo un cronoprogramma dello smantellamento e rilancio della centrale, le quali devono avvenire nella continuità e rispetto dei contratti di lavoro nazionali. Se così non fosse, le bandiere di Cgil-Cisl e Uil continueranno ad essere davanti ai cancelli dell’impianto per difendere la dignità di tutti i lavoratori e delle altre persone coinvolte. Crediamo che l’intera protesta sia nata dal mancato diritto dei contratti a tempo indeterminato, i quali dovrebbero arrivare una volta che si sono rinnovati più volte quelli a tempo determinato. L’azienda, dal canto suo, dice che c’è una diminuzione dell’attività che non consente altra manodopera, ma non crediamo che sia così. C’è un ricatto sulle spalle dei deboli e mi assumo la responsabilità di dirlo». Giuseppe Lavia, segretario generale CISL Cosenza nell’esprimere tutta la vicinanza  ai lavoratori dell’indotto, nello specifico a chi si occupa della scoibentazione» chiede l’attuazione degli impegni assunti e «che ci sia il rispetto preciso del cronoprogramma dei lavori di scoibentazione e demolizione che coinvolgono l’impianto, vogliamo garantire il lavoro a tutte le maestranze. Un appello all’Enel affinché si possa sbrogliare questa situazione nel più breve tempo possibile». Il segretario della Uil Luciano Campilongo, segretario UIL di Corigliano-Rossano si è soffermato  sui livelli di sicurezza delle maestranze, la salvaguardia della salute ed il rispetto delle norme di legge per la bonifica della centrale. Purtroppo, denuncia il sindacalista, non ci sono novità sostanziali dall’Enel, la quale non ha ancora fornito dei piani concreti su quale sarà il futuro dell’impianto».

S.C.

 

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