Corigliano Rossano: emergenza rifiuti, Bucita: cancelli riaperti, per chi paga |VIDEO

La vertenza tende a sbloccarsi dopo la dura presa di posizione della società che gestisce l’impianto pubblico di sospendere il servizio a causa dei debiti maturati dai comuni

Da questa mattina i comuni della Sibaritide hanno ripreso le attività di conferimento dei rifiuti presso l’impianto pubblico di Bucita, ma per non tutti, solo per chi è in regola con i versamenti trimestrali. Chi è indietro con i pagamenti dovrà restare con i rifiuti per strada. E ciò prefigura un problema igienico-sanitario non indifferente per le comunità non in regola. Da più tempo alcuni sindaci del territorio (prevalentemente i comuni) premono sulla necessità di introdurre premialità a beneficio dei comuni che sono in linea con i pagamenti e presentano percentuali alte di raccolta differenziata. Gli stessi, secondo la proposta, devono godere della priorità nei conferimenti presso l’impianto di Bucita.

Le lotte intestine tra sindaci a chi prima può conferire

Sotto traccia si consuma spesso una lotta intestina tra i sindaci del territorio e il gestore su chi prima e su quante tonnellate si possono conferire quotidianamente. Un fenomeno antipatico che determina frizioni tra colleghi sindaci i quali, al fine di tutelare le proprie comunità, esercitano pressioni sull’azienda che gestisce l’impianto. Il massimo rappresentante dell’Aro (Area raccolta ottimale) della Sibaritide nonché sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi (comune capofila), senza tentennamenti, contesta metodi e condotte dell’azienda Ekrò quando si rende protagonista di gesti estremi come la sospensione delle attività. Da più tempo, a tal riguardo, ha attivato l’ufficio legale dell’ente comunale al fine di contrastare una logica che sconfina nell’interruzione di pubblico servizio.

Occorre rivedere l’organizzazione ATO Cosenza

In una visione più complessiva della vertenza, l’amministratore si dice convinto che vi sia la necessità di riorganizzare la complessità gestionale dell’Ato (ambito territoriale ottimale) incentrata su unica figura (il direttore generale) e ciò implica una serie di problematiche, come «i mancati solleciti ai comuni, i quali a loro volta presentano delle criticità nell’espletamento burocratico delle procedure. Quindi spesso capita che i comuni siano in ritardo sui pagamenti, «perché è solo di ritardo che si può parlare, chiarisce Stasi, considerato che le somme destinate alla gestione dei rifiuti devono essere poste nei bilanci di previsione ( somme quindi impegnate e da liquidare)». Il problema impellente per il primo cittadino è la revisione dell’organizzazione dell’ATO che ancora oggi «non ha personalità giuridica, non può sottoscrivere dei contratti né può agire direttamente nei vari settori. E tutto questo mentre mancano gli impianti pubblici a beneficio del privato. Oggi l’Ato non è in grado di gestire questo sistema, con tutti i limiti che i comuni possono avere nel pagare un mese prima o un mese dopo». Stasi mette mano poi sul sistema delle premialità: per l’amministratore «non è bello fare una distinzione tra comuni che pagano e quelli che non pagano e, comunque, se proprio l’approccio deve essere questo che si vadano a valutare le posizioni più in ritardo. Non credo che ci siano sindaci che non vogliono pagare, credo che ci sia una organizzazione che va rivista e se è l’Ato che deve pagare è evidente che quest’organismo va rafforzato magari fornendogli una personalità giuridica. Inoltre il principio secondo cui chi non paga non conferisce è previsto da un contratto, mentre per quanto riguarda la raccolta differenziata esistono già dei benefici mediante alcuni sgravi nei costi di smaltimento e trattamento». Per Stasi la questione dei conferimenti «deve essere un servizio continuativo, perché si tratta di due ambiti diversi: la premialità riguarda la qualità, ma la possibilità di conferire è un problema igienico-sanitario».

Conferiscono i comuni in regola

Da oggi, dunque,  conferisce chi paga. «È così, conferma l’amministratore, perché questo è il contratto che l’Ato ha proposto nel periodo di commissariamento della Regione Calabria con un’altra azienda (non quella che gestisce l’impianto)ed è un contratto che è stato imposto poiché non vi erano alternative. Ecco che questa tipologia contrattuale può andare bene per togliere i rifiuti dalla strada, ma è evidente che occorre un intervento strutturale e risolutivo».

Il problema vero è dove realizzare gli impianti   

Altro tema affrontato è la realizzazione degli impianti. Per il sindaco Stasi «l’area Cosenza Nord è sprovvista di un impianto di trattamento pubblico. Le soluzioni possono essere, per un fatto meramente logistico, funzionale e geografico, gli snodi autostradali. Un impianto da posizionare in una zona baricentrica a tutte le aree interessate. Sono stati fatti passi importanti sul fronte degli incentivi e, in particolare, un aumento significativo delle royalty. Ora bisogna fare delle scelte, perché non scegliere, conclude Stasi, significa scegliere i privati».

 

 

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