Corigliano Rossano: è scontro nella maggioranza, si rischia lo strappo definitivo

Il sindaco Flavio Stasi e il suo vice Malavolta, in contrapposizione

È muro contro muro tra il sindaco Flavio Stasi e il movimento politico “Corigliano Rossano Domani” che ha agitato la crisi di governo e che in Consiglio è presente con ben tre consiglieri comunali ( Mattia Salimbeni, Rocco Gammetta e Antonio Cassano) e due assessori (Claudio Malavolta e Giovanni Palermo). Alla nota del primo cittadino diffusa poche ore fa, risponde con altrettanta fermezza il movimento di chiara matrice coriglianese. «Non ci piegheremo.Il Sindaco deve fare una scelta, la solita: o si soddisfano appetiti campanilistici o si costruisce la Città Unica.  Le richieste avanzate in questi mesi, che lui ha ridotto a quisquilie da “bilancino”, in realtà riguardano la tenuta della stessa Corigliano-Rossano. “I messi comunali” sono l’ultima delle cretinate ma perdonateci se riteniamo sia profondamente sbagliato tenerne 17 su Rossano e 4 su Corigliano, con l’utenza degli uffici di Corigliano chiamata a gestirsi praticamente in autonomia».

Tante le criticità esposte

Tante le criticità esposte: si va dalla pessima riorganizzazione degli uffici «con l’intera area tecnica nel caos più totale ai ritardi nel concepimento dei Municipi». Il movimento parla di città sporca e denuncia le inefficienze della riorganizzazione sanitaria. Tutte problematiche che, certamente, «non sono riconducibili al campanilismo». «Adesso basta, ammonisce Corigliano Rossano Domani, forse qualcuno non si è reso conto che sta amministrando una Città Unica ma non unita che di questo passo ci morirà tra le mani. Il Sindaco ha deciso di rispondere alle nostre istanze con l’azzeramento della Giunta. Questo non cambia le cose, la Città non ha bisogno di un valzer di poltrone ma di risposte concrete.  A meno che l’intento non sia proprio quello di travestire da crisi politica la reale volontà di rilanciare l’azione amministrativa. Ma sia chiara una cosa: se le cose continuano così, noi non sosterremo questa maggioranza, tantomeno maggioranze diverse da quelle uscite dalle urne. Serve pari dignità, non poltrone. E su questo non ci piegheremo». Il clima è dunque, carico di tensioni. Secondo talune indiscrezioni, pare che siano in corso trattative tra l’area Stasi e ben definiti settori della minoranza al fine di valutare eventuali nuovi convergenze.

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