Corigliano Rossano, corsa all’accaparramento del vaccino Pfizer

È in atto una occulta corsa all’accaparramento del Pfizer, molto richiesto rispetto ad AstraZeneca. Il farmaco della casa farmaceutica americana fa gola e c’è chi ravvisa delle sperequazioni circa i quantitativi da inviare per ogni singola realtà. Pagano pegno le periferie a cui vengono inviate modeste forniture di Pfizer e alte percentuali di AstraZeneca. È quel che accade nella ripartizione su scala provinciale e, in particolar modo, in riva allo jonio.  Nel periodo di Vax Day la struttura del Palabrillia ha somministrato anche Pfizer su decisione dei vertici aziendali. Nella sola giornata di ieri sono state inoculate 465 dosi di Pfitzer e 99 di AstraZeneca, il che dimostra quanto sia alta la sproporzione e la domanda tra le due tipologie di vaccino. Si è diffusa anche la notizia, errata, che il Pfizer sarebbe stato somministrato liberamente anche a chi non ne aveva i requisiti e sprovvisto di prenotazione in piattaforma. Il tutto quindi si è trasformato in lunghe file, ore d’attesa e contestazioni. C’è chi da Cariati ha rinunziato prenotandosi a Cirò. La priorità è stata riservata agli over 60, ai fragili, agli estremamente vulnerabili e al personale scolastico.

Prenotazioni non rispettate e assembramenti

Nel frattempo, sui social, la scia di malessere non si arresta. Nel mirino l’organizzazione dell’hub regionale. Molti i messaggi rivolti al sindaco Flavio Stasi affinché si adoperi al fine di fare rispettare le prenotazioni e di attivarsi per evitare gli assembramenti. «Non si capisce le persone vulnerabili come debbano fare per ricevere il vaccino, lamenta una cittadina, per non parlare degli insegnanti che il Palabrillia sulla piattaforma non lo vedono proprio. Fare il vaccino è un diritto di tutti, non una gara di resistenza o di furbizia. C’è gente che era prenotata ed è rimasta senza dose perché fanno i vaccini senza rispettare le prenotazioni. Prima vanno fatti a chi si è regolarmente registrato in piattaforma. Se non si presentano o avanzano posti a chi si reca sul posto. Per non parlare del fatto che non c’è veramente un’analisi dei singoli casi ma si cerca solo di smaltire le dosi di Astrazeneca, ma non tutti possono fare quella tipologia di vaccino».

Ritardi sugli esiti dei tamponi e la mancanza di personale

Altro filone di contestazione riguarda i tempi di consegna degli esiti dei tamponi molecolari. La media dei ritardi ruota attorno ai sette giorni, mentre in altre regioni in 48h arrivano i risultati. «Ci sono padri di famiglia chiusi in casa da 30 giorni soltanto perché non hanno fatto il tampone antigenico e sono stati sottoposti a molecolare dopo anche 14 giorni, risultati poi positivi, la loro quarantena è diventata di 14+21 giorni, con l’agonia dell’attesa di un risultato di tampone che dura quanto una quarantena». Il laboratorio di Microbiologia del “Nicola Giannettasio” continua a processare ma a rilento poiché il personale è sottodimensionato. Lo stesso laboratorio svolge anche servizio ordinario, non solo Covid e, questo, determina una congestione delle attività. Il polo Covid è saturo: ospita attualmente 36 pazienti, altri 3 sono ricoverati in Intensiva, e altri 5 in pronto soccorso. Si sta lavorando nella direzione di indivuare dei posti letto liberi in Calabria allo scopo di liberare il pronto soccorso e renderlo accessibile anche ai pazienti ordinari.

L’appello della Uil a sbloccare i concorsi

Intanto il Segretario Aziendale UIL FPL dello Spoke di Corigliano Rossano e della area jonica Giuseppe Celestino, Direttore ff di Ortopedia e Traumatologia, rilancia la necessità  «di sbloccare i concorsi a tempo indeterminato per assumere specialisti ortopedici, anestesisti, medici del pronto soccorso, infermieri e OSS. Non è più accettabile di poter lavorare con l’incubo che qualche collega nelle varie UO, purtroppo, possa ammalarsi, e rendere difficoltosi i turni di servizio delle Unità Operative, perché ad oggi lavorano con precari numeri di personale. Diritto dei lavoratori, sottolinea il sindacalista, è poter godere delle dovute ferie, e dunque tutto sempre con il ridotto numero di organico rende difficile lavorare in serenità e in qualità».
 

 

 

 

 

 

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