Corigliano Rossano. Caravetta: Vietato morire, cimiteri al collasso

Nella terza città della Calabria non accenna a diminuire la continua emorragia di servizi. Con fare imponente e perentorio avanza su ogni dove l’agire amministrativo del sindaco Stasi e della sua giunta travolgendo con i suoi possenti flutti dell’impreparazione, del pressappochismo e, ci si consenta, di un insano menefreghismo che, purtroppo, sta tristemente connotando quest’amministrazione incapace di gestire l’ordinario e, men che meno, programmare il futuro.

Non ce ne vogliano i sostenitori di tale amministrazione (a dir la verità di gran lunga in diminuzione rispetto al recente passato) che nel tentativo di abbozzare una qualche difesa cadono spesso in rozzi e volgari commenti. Non si può più giustificare l’indifendibile, la città di Corigliano-Rossano merita di più; ed è sulla base di questa riflessione che, negli ultimi giorni moltissimi cittadini ci hanno rivolto un accorato grido d’allarme proveniente dai locali cimiteri al fine di denunciare la barbara ed indecente condizione in cui versano i due camposanti della Polis ridotti ormai a luoghi totalmente abbandonati, dove regna la provvisorietà, l’incuria ed il malaffare. Eppure, anche le condizioni del cimitero, erano, o meglio, avrebbero dovuto essere nelle priorità dell’agenda di governo del primo cittadino il quale, anche qui dai celebri palchi calcati nel suo tour elettorale gridava allo scandalo e prometteva sfaceli in nome della legalità, della trasparenza e soprattutto del rispetto dei defunti; la condizione attuale? Tutto è come prima, anzi peggio. Infatti, in un anno di governo, Stasi non solo non è riuscito a dare un segnale d’inversione di tendenza rispetto al passato ma, al contrario, la situazione del cimitero rossanese, specie per ciò che attiene la nuova zona è davvero raccapricciante ed ecco che, nei giorni scorsi al verificarsi di un acquazzone, parte del cimitero si è trasformato in una enorme pozza d’acqua lurida ed i familiari dei defunti li collocati, hanno dovuto assistere alla penosa scena di vedere non solo i loro cari posti in orrendi anonimi sarcofagi privi di identificazione per la mancata risoluzione dell’iter amministrativo dovuto all’ultimazione dei manufatti cimiteriali, ma anche e soprattutto hanno dovuto soffrire perché depredati nel loro intimo, nella dignità che è dovuta da tutti verso i nostri cari defunti.

Questo accade il tutto, si badi bene, dopo un esborso dovuto al costo dei loculi di ben € 1.400,00 cui vanno aggiunti la gestione monopolistica della totalità dei servizi, non da parte di concessionari titolati, bensì di non precisati soggetti ai quali bisogna rivolgersi a pagare fior di quattrini per ulteriori servizi (ad es. tumulazioni). Questo al di là del canone per la concessione dei loculi.

La situazione coriglianese presenta altrettanti questioni gravi tra le quali una serie di opere incompiute come la non pavimentazione di marciapiedi e strade ancora sterrate dei nuovi lotti, l’assenza di nuovi loculi e, difatti, nessuna gara o consegna di appalto per le realizzazioni di nuovi lotti cimiteriali. In ultima analisi siamo di fronte alla tragica e sconfortante prospettiva per il quale molto presto a Corigliano-Rossano sarà vietato morire (e questo certo non ci dispiacerebbe, anzi) nel senso che i rispettivi cimiteri hanno terminato la loro capienza tanto che non è difficile prevedere che da qui a qualche settimana (si, avete capito bene!), potremmo ritrovarci non solo la monnezza per strada ma anche i feretri davanti ai cancelli dei cimiteri o nelle rispettive cappelle votive; il tutto nell’inspiegabile immobilismo dell’amministrazione cittadina che, invece di adoperarsi fattivamente al riguardo, annuncia a suon di trombe e con l’immancabile pubblicità social che provvederà nei prossimi, giorni, udite, udite, alla DISINFESTAZIONE dei cimiteri, tacciandola come evento soprannaturale. Ci preme sottolineare che ancor prima di disinfestarli i cimiteri vanno rispettati come luoghi sacri. Luoghi in cui ognuno di noi ritrova una parte del proprio cuore e della propria storia.

Si provveda Sindaco Stasi, dunque, a ridare lustro ai nostri cari defunti concedendo quei servizi minimali e, soprattutto, la dignità ai tanti cittadini che quotidianamente vi si recano per pregare sulle tombe dei propri cari perché come scrisse Ugo Foscolo ne “I Sepolcri”, “La civiltà dei popoli si riconosce dal culto dei morti”.

(comunicato stampa)

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