Corigliano Rossano. Caracciolo: atti intimidatori nella Sibaritide, è mafia

Non basta apprezzare e condividere la preoccupazione, il grido di allarme e l’invito al coraggio dell’arcivescovo mons. Satriano. La sequela di atti intimidatori non è  che la punta di un iceberg ben più  esteso che alligna, e da tempo, nella Sibaritide e, più  che altrove, nella nostra città.

Occorre dirlo con chiarezza, si tratta di mafia, comunque si vogliano leggere i fatti. Mafia organizzata e violenza mafiosa nuova e vecchia. Perché  alle vecchie organizzazioni si sono aggiunte bande straniere che praticano traffici droga, armi e prostituzione. Quasi un  tacito accordo con la mafia tradizionale che ha ripreso alla grande le attività  estorsive ora praticate anche con sistemi più  evolutive sofisticati.

Se si vuole dare senso e concretezza al grido allarme del nostro Vescovo di questo occorre parlare, con chiarezza e con determinazione pensando concretamente al come attrezzarsi e combattere.

Combattere su più  fronti a partire dell’educazione alla legalità.  Quanto si parla di questi temi nelle scuole?

Come si attrezzano le istituzioni contro le infiltrazioni? Basta il certificato antimafia? Noi pensiamo di no.

Quale lavoro di intelligence si va facendone e come si sostiene il lavoro di magistrati e forze dell’ordine? Quanti hanno la forza di denunciare?

Insomma un coacervo di questioni che richiedono un impegno corale,  un progetto condiviso. Del quale forse proprio grazie a monsignor Satriano potremmo cominciare a parlare.

Tonino Caracciolo, presidente onorario do Corigliano-Rossano Futura

 

 

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