Corigliano Rossano, bufera nel Pd appiattito sulle posizioni di Stasi 

A poche ore dal ritorno della storica festa dell’Unità, nel Pd scoppia il “caso Zagarese” e i tanti misteri che hanno avvolto il percorso politico-istituzionale di una figura che non solo ha rivestito il ruolo di capogruppo in Consiglio comunale ma è anche vicecommissario provinciale. Aldo Zagarese, ha lasciato da poco la carica di capogruppo del Pd, «non è un addio, riferisce, ma un messaggio ai vertici locali e provinciali appiattiti sulle posizioni dell’attuale amministrazione in carica contravvenendo al mandato elettorale che colloca i Dem all’opposizione». È questo in sintesi la ragione per la quale si sono notevolmente raffreddati i rapporti tra le parti, in un momento delicato della vita democratica interna al partito di Letta chiamato a misurarsi con l’elettorato il prossimo 25 settembre. Ed è proprio dopo questa data che molti punti dovranno essere chiariti. Zagarese, almeno per il momento, non lascia il partito ma si dice estremamente rammaricato dalle condotte da voltagabbana poste in essere da un pezzo del partito.«Troppi errori si sono registrati negli ultimi tempi a Corigliano Rossano, rincara il rappresentante Dem, in cui si sono rinvenuti tratti di estrema ambiguità». Zagarese racconta e si racconta: «Per lunghi anni ho dovuto vestire il ruolo di pacere, tra i dissidenti all’amministrazione Stasi e coloro i quali si ponevano con favore. Ho cercato di mediare, spesso con molto imbarazzo, tentando di equilibrare le posizioni tra le parti proprio perché ritenevo che ci fossero delle argomentazioni importanti come la gestione della fusione che ci richiamava, tutti, al senso di responsabilità. Da qui la necessità di tenere in vita un dialogo con il governo locale pur nella consapevolezza che tale scelta fosse invisa a una parte del partito».

Aldo Zagarese

Zagarese ha deciso di rompere ogni indugio quando prende atto dell’esistenza di alcuni movimenti strani da parte di chi ha sempre criticato l’amministrazione Stasi per poi andarci a braccetto come sta accadendo anche in queste ore. «Il tutto si è tradotto in un accordo poco politico, che ha visto Franco Madeo diventare segretario cittadino del Pd. Penso sia stato violato anche il patto con gli elettori del Pd avversario di Stasi durante la campagna elettorale». Qui, il rappresentante Dem ci vede altro, ossia, che l’accordo tra la segreteria locale avallata dai vertici provinciali vada nella direzione di stringere un’intesa per le prossime amministrative rilanciando l’attuale sindaco Stasi. Che si dichiara di sinistra ma non ha alcuna tessera di partito. «Accordi politici sulla mia testa non ne faccio chiudere a nessuno», tuona l’esponente Dem. Che ammette di essersi prodigato nel tempo nel tentare di fare iscrivere al Pd il sindaco Stasi mediante i canali istituzionali del partito, cosi da caratterizzare e politicizzare la sua amministrazione. «Evidentemente Stasi non ha condiviso i percorsi del Nazareno e, forse, predilige i percorsi sottobanco che francamente non condivido».  Altro aspetto altrettanto importante, sottolineato da Zagarese, è la scarsa attenzione prestata dai vertici del partito nella selezione delle candidature in Parlamento avvenuta senza il coinvolgimento delle periferie. In ultimo, l’esponente dei Dem si sofferma sul suo successore come capogruppo in Consiglio comunale, e lascia presupporre che sarà una figura di supporto all’attuale Amministrazione comunale. E non esclude neanche l’ipotesi dell’assegnazione di un assessorato al Pd che aprirebbe la strada alla composizione di un centrosinistra pronto a rilanciare Stasi alle prossime amministrative. Intanto la segreteria del Pd ha organizzato la festa dell’Unità che si terrà sabato e domenica prossimi in Piazza B. Le Fosse, area urbana di Rossano, alla presenza dei vertici del partito. Potrebbe essere questa l’occasione per fare chiarezza sulle posizioni del Pd e i rapporti con l’amministrazione in carica.

Solidarietà a Zagarese dal candidato alla segreteria del Pd Giuseppe Tagliaferro

La ferma e decisa presa di posizione dell’ormai ex capogruppo del Pd ha fatto registrare un atto di solidarietà espresso dal candidato, uscito poi sconfitto, al congresso cittadino Giuseppe Tagliaferro che si rivolge al segretario provinciale Vittorio Pecoraro affinché faccia chiarezza circa l’appiattimento del partito sulle posizioni dell’attuale amministrazione Stasi «dopo la forte presa di posizione dell’on.Boccia e del gruppo dirigente cosentino del PD che dichiaravano chiuso ogni rapporto con lo stesso, reo di aver favorito l’elezione a Presidente della Provincia del candidato di centro destra». Tagliaferro ricorda  «il noto interessamento del sindaco Stasi all’appuntamento congressuale, con una sempre più chiara ingerenza, iniziata con il tesseramento in vista del congresso di un ben definito e coordinato gruppo di persone vicine al primo cittadino, che, disertando la votazione per l’elezione del segretario regionale, hanno caratterizzato la loro presenza nel partito per l’unidirezionale interesse a sostenere la ricandidatura a sindaco di Stasi, come si è poi definitivamente manifestato in occasione del ballottaggio per l’elezione del segretario cittadino, offrendo il loro sostegno a fronte della chiesta rassicurazione a ricandidare Stasi a sindaco per le prossime elezioni comunali. Un estemporaneo ingresso nel partito, eterodiretto dall’esterno, che occorreva respingere sdegnosamente, a tutela della libertà e autodeterminazione del nostro partito. Un tentativo che, purtroppo, conclude Tagliaferro, ha trovato in altri una diversa sistemazione, i cui termini e contenuti non è dato conoscere, ma rimane singolare ed imbarazzante che ciò sia avvenuto proprio con chi – anche nella discussione congressuale – aveva aspramente contestato l’azione amministrativa del sindaco, stigmatizzandone anche la sua incauta azione in occasione dell’elezione del Presidente della Provincia di Cosenza».

  

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