Corigliano Rossano. Beni confiscati alla mafia, il monitoraggio di Libera

CORIGLIANO ROSSANO – La campagna di monitoraggio civico del Presidio Libera di Corigliano Rossano, intitolato alla memoria di Mario e Gianluca Congiusta, entra nel vivo con la presentazione dei risultati relativi al primo impegno sul tema dei “beni confiscati alle mafie”.

Durante la scorsa campagna elettorale, particolare attenzione era stata riservata alla prevenzione e al contrasto della criminalità organizzata sul territorio. I volontari di Libera si erano fatti portavoce delle istanze raccolte nella comunità chiedendo l’ideazione di campagne di educazione alla legalità.

«Una “legalità” nuova e di ampio respiro – sottolineano i volontari – da non declinarsi solo in termini di sicurezza, ma anche e soprattutto come riscoperta degli spazi di socializzazione e formazione, a partire dalle scuole. Una legalità non come fine, ma come mezzo per giungere alla giustizia sociale».

Formazione e socializzazione si incontrano in uno dei principali strumenti che il nostro ordinamento mette a disposizione per realizzare l’interesse collettivo: la legge 109 del 7 marzo 1996 che disciplina l’istituto del “riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie”. Aggiungono i volontari: «Proprio in prossimità del “compleanno” della legge che, oggi come allora, rappresenta un importante punto di snodo dell’impegno dell’associazione Libera sui territori, abbiamo scelto come primo punto da inserire nella restituzione della campagna di monitoraggio civico, proprio quello sui beni confiscati».

La richiesta fatta ai candidati era stata quella di pubblicare l’elenco dei beni confiscati presenti sul territorio di Corigliano Rossano e destinati al Comune, come tra l’altro già la legge impone: «L’elenco dei beni confiscati è quel dato che ogni Comune a cui essi sono trasferiti dall’Agenzia nazionale è obbligato, tanto dalla normativa sulla trasparenza sancita dal decreto 33 del 2013 quanto dal Codice Antimafia, a mettere online nella pagina “Amministrazione Trasparente”, sotto la voce “Beni immobili e gestione patrimonio”».

Un impegno che l’attuale sindaco, già durante la campagna elettorale si era detto pronto a rispettare. E così è stato.

I Risultati. La comunità monitorante di Corigliano Rossano ha così constatato, previa verifica, il rispetto di questo impegno.

«Nell’apposito portale, per come richiesto dalla legge, sono presenti gli elenchi dei beni confiscati e l’ultimo aggiornamento risale al luglio 2019, data successiva all’insediamento in Comune dell’esecutivo Stasi». Il sindaco ha mantenuto la parola data, facendosi trovare pronto su questo primo punto. «Tuttavia – aggiungono i volontari – gli elenchi, per come presentati, non soddisfano pienamente la nostra originaria richiesta».

Da qui i suggerimenti per migliorare i dati messi a disposizione dal Comune: «Gli utenti possono già reperire le medesime liste collegandosi alla banca dati “Open Regio” messa a disposizione dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la gestione dei beni sequestrati e confiscati. Il passo in avanti richiesto consiste nell’espressa specificazione, per ognuno di essi: la consistenza, la destinazione, l’utilizzazione, nonché, in caso di assegnazione a terzi, i dati identificativi del concessionario e gli estremi, l’oggetto e la durata dell’atto di concessione».

Il presidio di Libera invita infine tutti gli utenti a verificare le informazioni collegandosi al portale della trasparenza amministrativa del comune e dà appuntamento al prossimo episodio della campagna di monitoraggio tra due settimane. «Ricordiamo inoltre – continua il presidio – che sarà importante la partecipazione sia della cittadinanza che dell’amministrazione all’incontro finale della campagna di monitoraggio che si terrà nel prossimo mese di maggio in corrispondenza della conclusione del primo anno di mandato» (Comunicato stampa).

 

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