Corigliano Rossano. Allagamenti, due persone tratte in salvo. E c’è chi insorge

Tornice, auto bloccata

Maltempo e piogge abbondanti ed ecco ripiombare il male di sempre: gli allagamenti. Le aree dello scalo di Corigliano Rossano e le zone marine in particolare. Il problema è da un lato il drenaggio delle acque, dall’altro le reti idriche inadeguate (canali di scolo, acque bianche, tombini) che talvolta s’intrecciano, torrenti e fiumare scarsamente manutenzionati e vulnerabili a facili inondazioni. Infine, il tema dell’edilizia e delle opere di urbanizzazione. Tutto questo determina danni a vittime incolpevoli. E l’alluvione del 2015, ne è la riprova. Tanti i cittadini che ancora oggi, a distanza di tre anni, ancora invocano risarcimenti mai avuti. Ma i danni non sono solo materiali, i rischi spesso travalicano in ben altro. Ieri mattina due agenti del commissariato di pubblica sicurezza sono riusciti a trarre in salvo un uomo e la figlia rimasti intrappolati in auto nel sottopasso di Tornice (località Rossano), bloccati entrambi dalla mole di acqua che ha invaso i tratto di strada. Complice, secondo le prime indicazioni,  anche l’improvvisa rottura dei tombini che hanno sversato in pochi secondi, una enorme quantità di acqua bloccando la vettura. A Schiavonea si ripropone lo scenario di sempre: tutto il tratto di lungomare allagato.

Schiavonea ( foto – Gaetano Gianzi)

Idem a Sant’Angelo a Rossano. Uno degli operatori turistici tra i più noti della costa rossanese Fabio Murano dalla propria pagina facebook giustamente sbotta riproducendo immagini circa l’accaduto:  “Guardate in che condizioni dobbiamo stare dopo tre anni dall’alluvione2015 … Nell’alluvione del 2015 senza un soldo di rimborso ho dovuto chiudere la struttura perché inagibile e ho dovuto pagare anche parti strutturali comunali adiacenti al lido Azzurro perché il comune non li fece e di più pagai tutta l’annualità senza avere nessuno sgravio. Questa è l’Italia, questa è Rossano”.

Sant’Angelo (foto Murano)

I social, in determinati momenti, rappresentano un ottimo indicatore del malessere diffuso in materia di gestione del territorio. E sempre da facebook, l’ex sindaco Tonino Caracciolo, geologo, riprende il tema non lesinando responsabilità politiche: ”Abbiamo scritto decine di documenti per far capire che dopo l’ alluvione del 2015 andava fatto un serio piano innanzitutto di manutenzione della rete di scolo delle acque piovane, che i due signori Sindaci dovevano sedersi ad un tavolo con tutti i soggetti interessati per poi attuarlo, che andava pressata la Regione per gli interventi più rilevanti. Nulla di tutto questo, solo chiacchiere. Salvo poi a lamentare i danni. Così andava Rossano. Ora è il momento di proporlo al Commissario Bagnato: che si esca subito con un serio ed efficace piano di intervento che preveda la manutenzione ordinaria e straordinaria ed i necessari interventi strutturali. Occorre mettere allo stesso tavolo il Comune, la Regione, la Provincia, Calabria Verde e Consorzio di Bonifica, e poi Anas e Ferrovie dello Stato. Chiedere conto del perché tardino tanto i finanziamenti del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. Insomma occorre lavorare sodo. E’ quello che noi proponiamo, disponibili a dare una mano”.

La Direttiva 2007/60/ CE del 23 ottobre 2007 (gestione dei rischi di alluvioni), stabilisce che si dia attuazione a una valutazione preliminare mediante la descrizione di quanto accaduto in passato e delle conseguenze negative, prescrive l’elaborazione di mappe della pericolosità da alluvione che contenga la perimetrazione delle aree geografiche che potrebbero essere interessate al fenomeno.
A tal riguardo si attuano dei piani di gestione del rischio di alluvioni coordinati a livello di distretto idrografico.

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