Corigliano. Minori, ci si apre all’affido?

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Una task force, con il coinvolgimento di tutti i sindaci del comprensorio e delle Diocesi di Cassano e Rossano-Cariati. Questo quanto emerso dall’incontro tra il sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci e il gruppo “Solidarietà sempre” che si sta attivando alacremente a supporto dell’associazione che gestisce il servizio di accoglienza dei minori non accompagnati. Minori stranieri che, sbarcati lo scorso 29 giugno, sono ancora ospitati al Palazzetto dello Sport di contrada Brillia. «La problematica non riguarda il solo comune ausonico». Lo ribadisce con forza “Solidarietà sempre”, evidenziando la necessità di fare rete e, soprattutto, di individuare soluzioni in grado di garantire il pieno rispetto della legge in vigore, che prevede un’assistenza a 360 gradi al minore, compresa l’ottemperanza all’obbligo scolastico. Da qui la ricerca di una sistemazione dignitosa per i ragazzi, su cui si potrebbero aprire diversi fronti. A partire dall’affido, in un territorio in cui non mancano le famiglie e le coppie disposte a procedere pure a un’adozione. Il discorso adozioni merita un capitolo a parte ed è maggiormente complesso nel caso specifico, ma l’affido è uno strumento al quale si può ricorrere e garantirebbe al minore quel calore familiare, quell’affetto e quella integrazione che, oltre a essere previsti dalla legge, appartengono all’umanità di tutti. Una volta completate le operazioni di identificazione dei ragazzi, nei casi in cui risulta impossibile procedere al ricongiungimento familiare, si possono attivare le procedure per l’affido.
In attesa di questo, tuttavia, occorre creare una rete di accoglienza che possa contare su strutture adeguate. Ed è proprio su questo fronte che, ancora una volta, si consuma uno scontro tra istituzioni e sindaci, i quali mettono in atto una vera e propria “diffida” nei confronti del Governo e delle Prefetture, invitandoli a comunicare in anticipo l’esatto numero dei minori non accompagnati e ad individuare già prima dello sbarco le strutture che dovranno accoglierli. È il sindaco di Vibo Valentia Elio Costa a lanciare l’appello al Ministero dell’Interno affinché «si adoperi per individuare su scala nazionale e indicare preventivamente ai comuni portuali sedi di imminente sbarco dove accompagnare i minori il cui numero viene precisato, tra l’altro, soltanto al momento dello sbarco, non prima». Intanto, archiviate le polemiche sull’affidamento del servizio di gestione dei minori (ricordando anche l’intervento dell’associazione Mondiversi che aveva denunciato di non essere stata contattata e di non aver ricevuto alcuna richiesta di disponibilità da parte dell’amministrazione comunale), proprio giovedì scorso 28 luglio, il prefetto Mario Morcone, Capo Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno,in occasione della presentazione del VI Rapporto sui minori stranieri non accompagnati, non ha esitato ad affermare che «preoccupa la concentrazione dei minori stranieri non accompagnati in alcune regioni del Sud; abbiamo il dovere di intervenire in alcune realtà come Palermo, Messina, Augusta, Reggio Calabria, Pozzallo, dove c’è una condizione insopportabile, non solo per i sindaci, ma anche per una corretta gestione e una speranza per il futuro di questi giovani. Bisogna superare questa concentrazione innaturale in alcune aree del Mezzogiorno, aree che hanno già delle problematiche importanti, anche inerenti alla disoccupazione, e non so fino a che punto si potrà addizionare quest’altro fenomeno». Da qui la decisione del Governo di «inserire un emendamento nel decreto legge enti locali, con cui cercheremo di favorire – ha detto Morcone – una distribuzione omogenea in tutte le regioni di quote di minori che arrivano in Italia». E, da questo punto, si aprono ulteriori scenari.

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