Corigliano, dove la povera gente conta meno dei cani

siinardiHo sperato, in tutta onestà fino all’ultimo, che l’annuncio dell’Amministrazione Geraci relativo all’elargizione di un bonus una tantum, dai 300 ai 400 euro ad animale adottato, rappresentasse, soprattutto di questi tempi, uno scherzo, e pure di pessimo gusto. Invece, è proprio di ieri l’annuncio dell’addetto stampa comunale (pagato a spese dei contribuenti Coriglianesi circa 854 euro al mese) con il quale la popolazione Coriglianese veniva resa edotta circa la presenza di tale bonus, destinato alle persone che vorranno adottare un cane. A tale proposito, sono diverse le domande che sorgerebbero spontanee. Le prime sono squisitamente di natura tecnica, ovvero: qual è il capitolo di spesa che verrà utilizzato per finanziare tali bonus? A quanto ammonterebbe, ovvero in quanto consiste l’ammontare massimo totale del capitolo bonus che verrà destinato ai Coriglianesi che decideranno di adottare (e poi, solo ai Coriglianesi o è altresì fruibile anche extraterritorialmente da cittadini di altre città)? Tale capitolo di spesa è già stato previsto nel bilancio previsionale 2016? E, soprattutto, visto che sin dalla notte dei tempi le spese, almeno teoricamente, dovrebbero essere finanziate da maggiori entrate o minori uscite (tanto più che al Settore Finanziario, almeno per quanto io ricordi, non mi pare si provveda nottetempo a stampare moneta per finanziare tali costi) con quali maggiori entrate/minori spese l’Amministrazione Geraci intende finanziare tali bonus? E, ancora, attesa la prescrizione emanata dalla Corte dei Conti al Comune di Corigliano Calabro la quale preclude a quest’ultimo, tra le altre cose, il sostenimento di qualsiasi spesa non obbligatoria per legge, come intende fare collimare, l’Amministrazione Geraci, tale prescrizione con l’elargizione del bonus? La stessa Corte dei Conti ne è stata informata? E, per finire, ogni famiglia potrà adottare un solo cane (incassando fino a 400 euro) o potrà adottarne, volendo, magari anche 200 (incassando potenzialmente 80’000 euro)? Il Comune provvederà a controllare successivamente lo stato di salute degli “adottati”? E, inoltre, chi pagherà per i successivi controlli presso le famiglie adottive? Giusto per evitare che qualche animalista della domenica provveda ad adottare cani su cani al solo fine di intascare consistenti bonus per poi fare “magicamente” sparire i quadrupedi.
Ci sarebbero altre considerazioni da fare, anche di carattere pratico, etico e morale. In tutto il mondo, il problema randagismo, che sembra esista solo a Corigliano, è stato da sempre affrontato e risolto con il semplice strumento della sterilizzazione della popolazione canina. Sterilizzazione, tra l’altro, la quale per il Comune sarebbe completamente gratuita ed a completo carico della ASL. Allora ci si chiede: per quale motivo l’Amministrazione Geraci non intende risolvere il problema randagismo a costo zero, e ricorrendo gratuitamente alle ASL, ma sceglie di intraprendere deliberatamente una strada ben più lunga, tortuosa e costosa quale quella dell’adozione “a pagamento”? Se si considera come un singolo animale possa arrivare a generare potenzialmente, e nell’arco di soli 6 anni, 70’000 nuovi randagi (fonte: www.lav.it) è del tutto evidente come l’unica e sola soluzione necessaria e sufficiente a debellare il fenomeno randagismo sia, ovviamente, la sterilizzazione dei randagi sparsi sul territorio (la quale, ripeto, è del tutto gratis per i Comuni) e non certo provvedere ad elargire tali tipi di contributi che lasciano il tempo che trovano e non risolvono di certo il problema randagismo.
Attese queste forme di particolare attenzione che l’Amministrazione Geraci sembra rivolgere, oramai da tempo, al benessere della popolazione canina residente sul territorio, ci si aspetterebbe almeno una altrettanto particolare attenzione nei confronti della popolazione “umana” Coriglianese la quale, forse, dovrebbe godere di qualche diritto in più rispetto a quelli di cui già godono i cani, almeno in teoria e se non altro perché i cittadini pagano le tasse. E, invece, a Corigliano sembrerebbe accadere esattamente il contrario. Allora, ci si chiede: quali sono le somme messe a disposizione dall’Amministrazione Geraci in ben 3 anni di consiliatura a sostegno delle persone diversamente abili e delle loro famiglie? Quali fondi sono stati impegnati dall’Amministrazione Geraci per le persone anziane a basso reddito e magari non autosufficienti? Quali riduzioni e/o esenzioni dal pagamento dei tributi comunali l’Amministrazione Geraci ha inteso destinare alle famiglie monoreddito con prole al seguito o, addirittura, alle famiglie con prole numerosa e nessun reddito su cui contare? Quali capitoli di spesa sono stati dedicati al sostegno di quella grossa fetta di popolazione Coriglianese che non riesce a mettere assieme neppure il pranzo con la cena? E, ovviamente, mi riferisco a fondi prettamente comunali in quanto a spendere somme già all’occorrenza stanziate a tali scopi dallo Stato o dalla Regione penso che non ci voglia alcuna peculiare capacità amministrativa.
E’ del tutto ovvio come, almeno allo stato attuale, ed in relazione alle decine e decine di comunicati inerenti direttamente o indirettamente tale argomento (e pubblicati a nostre spese), il benessere della popolazione canina rappresenti, evidentemente, l’unico problema degno di considerazione da parte dell’Amministrazione Geraci. Dunque, la domanda che tutti noi dovremmo porci è la seguente: perché l’Amministrazione Geraci non provvede a risolvere il problema randagismo a costo zero, e ricorrendo alla sterilizzazione gratuita dei randagi da parte delle ASL, e non elargisce, invece, questi contributi una tantum di 400 euro alle famiglie di disoccupati con figli a carico, anziani non autosufficienti, disabili e così via? Molto viene fatto per i cani, nulla viene fatto per i cittadini in difficoltà ai quali non restano neppure le briciole. Personalmente, sono convinto di come la Cittadinanza Coriglianese, o almeno buona parte di essa, sia di buona memoria e se ne ricorderà sicuramente alle prossime elezioni, nel segreto dell’urna elettorale.

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