Corigliano: chieste le dimissioni, Geraci ci pensa

Casciaro

CORIGLIANO L’insediamento della commissione d’accesso antimafia pone un problema politico all’interno della maggioranza. Le riunioni si susseguono, si tenta di trovare una strategica circa le decisioni da assumere. Una determinata area interna alla coalizione avrebbe chiesto al sindaco Giuseppe Geraci di meditare la soluzione di dimettersi al fine di evitare lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale per mafia. Una mossa da non sottovalutare, non solo perché ( nel caso dovessero concretizzarsi ipotesi di contiguità mafia- pubblica amministrazione) la città si risparmierebbe un ultieriore grosso colpo all’immagine, ma anche e soprattutto perché l’aggregazione uscente potrebbe ricandidarsi senza lo spettro della scioglimento. Il primo cittadino pare ci stia pensando. Intanto le reazioni all’arrivo degli 007 prefettizi non mancano. “Un fatto grave, straordinario ed eccezionale che deve far riflettere”. E’ questo il giudizio di Vincenzo Casciaro, segretario generale della Fp-Cgil, circa l’arrivo in comune la scorsa settimana della commissione di accesso di nomina prefettizia. “ Corigliano, nel 2010, – afferma Casciaro – ha già subito l’onta dell’insediamento di una Commissione di accesso agli atti, le cui indagini determinarono, l’anno successivo, lo scioglimento degli organi elettivi di consiglio e giunta. È dura, per una comunità, riprendersi la propria identità e il proprio valore democratico. È un compito difficile, che spetta in prima istanza alla prima Amministrazione comunale, al primo Consiglio comunale, che si insediano democraticamente, una volta cessata la straordinarietà del commissariamento. Quest’ultimo ha il compito di rimuovere le condizioni che hanno determinato lo scioglimento per infiltrazione mafiosa; evitare che le stesse condizioni possano ripetersi, però, è compito del Consiglio comunale e dell’Amministrazione che si insediano subito dopo. È stato fatto tutto il possibile? – si chiede l’esponente della Cgil – Il nuovo Consiglio Comunale, insediatosi a giugno 2013, ha tenuto lontana ogni ombra di sospetto? E l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Geraci, ha fatto di tutto per evitare il ripetersi del contagio mafioso? Ci auguriamo, nell’interesse della città, che il lavoro della Commissione di accesso operi con pienezza e velocemente, fugando ogni possibile dubbio e restituendo onore e dignità a Corigliano. Ci auguriamo che il lavoro che farà la Commissione, servirà solo a dimostrare che nessun atto sia minimamente inficiato da illegalità o anche solo illegittimità; auspichiamo che nessuna condizione si stia ricreando per infiltrare il morbo mafioso nell’Istituzione locale. Ma una cosa è certa: l’insediamento della Commissione d’accesso non nasce a caso, bensì è il sintomo di qualche sospetto di cui purtroppo l’Amministrazione non è completamente esente, suo malgrado. Non consentiremo a nessuno, però, di far ricadere responsabilità sulla generalità dei Dipendenti Comunali, che al contrario lavorano tra mille difficoltà quotidiane. I Dipendenti del Comune di Corigliano devono affrontare, quotidianamente, carenze organizzative, strutturali e programmatiche, addossandosi altresì i limiti di vuoti d’organico e dei mancati adeguamenti professionali, nonché i mancati adeguamenti d’orario per i troppi part-time ancora purtroppo presenti. Ecco perché invochiamo chiarezza, ma altresì auspichiamo completa estraneità a sospette infiltrazioni mafiose”. Il dibattito è destinato a proseguire. Nel frattempo c’è attesa sulle determinazioni di Geraci.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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