Corigliano, cadde dalla barella: infermiere scagionato

omicidio greco

Confermata anche in appello la sentenza di assoluzione per l’infermiere Francesco Simeri, difeso dall’avvocato Francesco Nicoletti e coinvolto nel procedimento scaturito dal decesso di una paziente, verificatosi il 29 dicembre 2007 a causa delle lesioni riportate in seguito alla caduta dalla barella mentre si trovava nei locali del Pronto soccorso dell’ospedale di Corigliano.

I FATTI Il 27 dicembre del 2007 la donna, in stato di scompenso epatico, venne trasportata dai sanitari del 118 presso il Pronto soccorso del “Guido Compagna” di Corigliano, dove fu sottoposta a visita e apposizione di catetere. Lasciata sulla barella, senza vigilanza, la paziente cadde procurandosi lesioni che, a distanza di due giorni e nonostante un intervento chirurgico per l’asportazione della milza, ne determinarono il decesso per “shock ipovolemico in soggetto traumatizzato”.

IL PROCESSO DI PRIMO GRADO Sull’episodio la Procura della Repubblica aprì un fascicolo, dando vita al procedimento che si concluse in primo grado dinanzi al Tribunale di Castrovillari nel novembre 2015 con una sentenza di assoluzione dall’accusa di omicidio colposo per tutti gli imputati con la formula “perché il fatto non sussiste”.

IL PROCESSO DI SECONDO GRADO I familiari della donna impugnarono tale sentenza dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro sostenendo invece la sussistente responsabilità dei sanitari, a vario titolo. Con sentenza depositata nei giorni scorsi, all’esito dell’udienza del 18 gennaio 2017, la I sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro (presidente giudice Fabrizio Cosentino, a latere giudici Francesca Garofalo e Adriana Pezzo) ha riformato la sentenza di primo grado, riconoscendo la responsabilità dei medici e condannandoli in solido con l’Asp al risarcimento dei danni, al pagamento di provvisionale e alle spese del doppio grado di giudizio. Confermata invece, anche dai giudici di secondo grado, la sentenza assolutoria per il solo infermiere Francesco Simeri, all’epoca in servizio presso il Pronto soccorso dell’ospedale di Corigliano, difeso in entrambi i gradi di giudizio dall’avvocato Francesco Nicoletti. Nei suoi confronti, accogliendo le tesi difensive, anche la Corte catanzarese ha escluso la responsabilità colposa.

(fonte: comunicato stampa)

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