Consiglio regionale. Graziano: abrogate le modifiche alla Legge 13/2019

Giuseppe Graziano

REGGIO CALABRIA – Il Consiglio regionale della Calabria ha abrogato le modifiche alla Legge Regione 13/2019 sulle rendite pensionistiche dei componenti dell’assemblea. Si tratta di un gesto di maturità da parte della politica e di ascolto delle giuste istanze dei cittadini. In sede di approvazione era stato commesso un errore di metodo e di valutazione perché non si è considerata la volontà che è e rimane il perno attorno al quale far ruotare l’attività istituzionale. Fino a qualche anno fa avremmo letto un esito diverso a questa vicenda ma oggi la società è giustamente cambiata e chi ha il compito di amministrare la democrazia deve essere portavoce delle esclusive istanze della gente.

È quanto dichiara il presidente del Gruppo consiliare UDC all’interno del Consiglio regionale della Calabria all’esito della seduta assembleare straordinaria odierna convocata con un unico punto all’ordine del giorno proprio per abrogare le modifiche apportate alla LR 13/2019 approvate all’unanimità nella precedente seduta di Martedì 26 Maggio.

«Un buon politico – aggiunge Graziano – sa ascoltare il popolo. E in questi giorni il popolo ci ha detto, anche a muso duro, che quella norma con la quale si permetteva anche ai Consiglieri regionali che non avessero finito il mandato di poter accedere ad un diritto pensionistico, a fronte del pagamento della contribuzione, non era giusta. In questi lunghi giorni ne abbiamo parlato, discusso, ragionato ed è evidente che si tratta di una regola impopolare. E se una legge non piace alla gente è giusto che venga abolita. E non dico questo sventolando la bandiera del populismo ma semplicemente perché sono convinto da sempre, e la mia storia personale e politica lo testimonia, che un rappresentante dei cittadini deve stare nelle istituzioni esclusivamente per rappresentare il popolo. Può sembrare retorica ma è chiaro che non lo è. I tempi sono cambiati. La Democrazia è diventata più diretta e immediata e l’ascolto della gente deve essere alla base di ogni mandato elettivo. Io, del resto, lo faccio da sempre. Si può rimediare ad un errore? Assolutamente sì. Ed è questo che, con grande maturità, abbiamo fatto oggi. In questa storia ci ho messo la faccia in prima persona, anche più di quanto in realtà mi sarebbe spettato fare. Tutti sanno che vengo da un’esperienza politica giovanissima. E prima di entrare nel mondo delle istituzioni ho lavorato per 40 anni, vivendo del mio lavoro e portando oggi a casa una pensione che ho guadagnato sul campo. Non avrei avuto bisogno di altre indennità pensionistiche. Una cosa è certa, al netto della polemica che – ripeto – è stata giusta e condivisibile, mai prima d’ora avevamo assistito ad un gesto di così grande correttezza e trasparenza da parte della politica. Che si ravvede, più che di un errore, sull’inopportunità di fare le cose che non vuole il popolo».

(comunicato stampa)

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