Codex, l’Ultima Cena scelta dall’artista spagnolo Ydáñez |VIDEO

CORIGLIANO – ROSSANO – Promuovere a partire dai residenti la riappropriazione ideale e culturale del proprio patrimonio identitario, attraverso una nuova narrazione e rilettura consapevole dei propri Marcatori Identitari Distintivi (MID), come antidoti all’oicofobia. Questa sintesi perfetta di contenuti ed obiettivi, sottesa all’importante evento promosso dall’associazione europea Otto Torri sullo Jonio, mi ha molto colpito perché rappresenta la fotografia più emblematica ed autentica di una terra che ha bisogno di recuperare fiducia nel valore e nella forza della sua identità, dello spirito dei luoghi, della memoria laica e religiosa e quindi anche del suo futuro. È stato, questo, uno dei passaggi principali con i quali l’Arcivescovo di Rossano-Cariati, Monsignor Maurizio Aloise ha inteso esprimere apprezzamento per la qualità dell’evento internazionale organizzato da Otto Torri in occasione del suo 25esimo anniversario, coinvolgendo tra i tanti partner anche il Museo Diocesano e del Codex, con la partecipazione alla emozionante cerimonia dello sfoglio della pagina del Codex Purpureus Rossanensis, unico bene patrimonio Unesco della Calabria, da parte di Santiago Ydáñez.

Protagonista dal 30 giugno scorso di una speciale residenza artistica a Corigliano-Rossano, co-organizzata dalla storica associazione con l’Università di Malaga, l’artista spagnolo di fama internazionale sta ultimando in queste ore, all’interno di Palazzo San Bernardino, i propri dipinti ispirati dall’identità, realizzati con la liquirizia come pigmento e che saranno esposti da domani sera (sabato 9 luglio) nel Concio della Fabbrica di Liquirizia Amarelli. Rappresenta L’ultima Cena la Tavola che sarà esposta nel Museo del Codex per i prossimi 4 mesi. A sceglierla è stato l’artista andaluso Santiago Ydáñez tra i protagonisti della speciale Cerimonia dello Sfoglio insieme all’Arcivescovo Monsignor Maurizio Aloise, svoltasi ieri (giovedì 7) nel Museo Diocesano e del Codex, diretto da Don Pino Straface. Con loro, sono intervenuti dopo il delicato volta-pagina, rigorosamente con i guanti bianchi, il Direttore di Otto Torri Lenin Montesanto, il vicedirettore del Museo Cecilia Perri, l’assessore comunale alla cultura Alessia Alboresi e Maria Jesus Martinez Silvente, docente di arte e vice rettore dell’Università di Malaga.

Dopo un quarto di secolo di militanza e provocazione territoriale a favore di una rilettura intelligente, energetica, ottimistica ed egemonica della identità della Calabria e di un Sud sempre più meridiani ed autonomi – ha dichiarato il direttore di Otto Torri Lenin Montesanto, ringraziando l’Arcivescovo Aloise e la direzione e lo staff del Museo del Codex – non abbiamo alcuna remora nel riconoscere che la Chiesa, per la forza del suo messaggio e per il valore dell’impegno sociale che essa continua a rappresentare, tanto più alla luce dei ritardi e dei fallimenti consolidatisi dopo 70 anni di regionalismo, può diventare una delle luci più convincenti per contribuire alla affermazione dei MID come antidoti efficacissimi contro l’oicofobia, intesa come patologia sociale, culturale e politica ed ipoteca per intere generazioni. Siamo emozionati – ha concluso Montesanto – dall’aver potuto condividere questa nuova pagina della nostra storia sociale, ancora una volta con questa istituzione millenaria ed ispirati dai contenuti, dalla bellezza e dal messaggio, artistico ma anche religioso, di un marcatore identitario distintivo per eccellenza, quale è il Codex Purpureus Rossanensis.

Marcatori Identitari Distintivi, un vaccino contro l’Oicofobia. È, questo, il tema del simposio che alle ore 18,30, aprirà ufficialmente lo straordinario evento promosso ed organizzato, in occasione del 25esimo anniversario (1997-2022) dall’associazione europea Otto Torri sullo Jonio. Sollecitati dal giornalista Massimo Tesio, diranno la loro, il Direttore del sodalizio Lenin Montesanto, l’Amministratore Delegato della Amarelli Srl Fortunato Amarelli, il responsabile in Calabria dell’Ente Nazionale Microcredito Antonello Rispoli, i consiglieri regionali Giuseppe Graziano e Pasqualina Straface, il giornalista e scrittore Paride Leporace, il deputato Elisa Scutellà e Raffaello De Ruggieri, già Sindaco della Città dei Sassi e Presidente della Fondazione Zètema di Matera, tra i partner dell’evento. Al Simposio parteciperanno anche Maria Martinez Jesùs Silvente, vice Rettore dell’Università di Malaga e l’Artista Santiago Ydáñez. Cuore dell’evento, nel Concio Amarelli, alle ore 20, sarà inaugurata l’Esposizione artistica, alla presenza dell’assessore regionale alle Politiche sociali Tilde Minasi. Il momento sarà impreziosito da un incipit della performance teatrale dell’attrice e antropologa catanzarese Emanuela Bianchi che porterà in scena il monologo La Magara, l’ultima strega Cecilia Faragò, tra i probabili Marcatori Identitari Distintivi (MID). La rievocazione parla delle vicissitudini di una donna, Cecilia, che per difendere la propria libertà si è dovuta opporre ad un contesto fatto di imposizioni, pregiudizi e superstizioni, trascinata in tribunale con l’accusa di aver ucciso un prelato attraverso le sue opere di stregoneria. Grazie alla sua forza e alla determinazione del suo avvocato (Raffaelli), il processo si concluse con un’assoluzione e col risarcimento per ingiusta detenzione alla presunta strega. L’arringa fu così celebre e piena di prove inconfutabili (poiché essere conoscitrice di erbe officinali non ha nulla a che vedere con la magia!), tanto da spingere l’allora ministro Tanucci a riferire la vicenda al Re Ferdinando, il quale decise di abolire il reato di stregoneria nel Regno delle Due Sicilie e, subito dopo di lui, anche gli altri paesi europei si allinearono. (COMUNICATO STAMPA)

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