Cisl. Centri C-19 negli spoke: Focolai di contaminazione

COSENZA, 27.03.2020 – «Nelle stesse ore in cui l’Asp compie un ulteriore sopralluogo per realizzare un centro Covid-19 nell’Ospedale spoke di Corigliano Rossano – evidenzia in una nota Giuseppe Lavia, Segretario Generale dell’UST Cisl di Cosenza –, il Presidente Santelli dichiara in Consiglio Regionale: “Centri Covid solo negli Hub”. Una prima certezza. Comunque la si guardi.

Avanzate francesi e ritirate spagnole. Era già successo con l’Ospedale di Castrovillari. Assenza di coordinamento. Scelte compiute, annunciate come concordate fra Regione e Commissario, poi rinnegate. Una cosa è certa: la realizzazione dei centri Covid deve avvenire nel rispetto assoluto dei protocolli di sicurezza e dei percorsi per la salvaguardia dei pazienti e del personale.

L’emergenza coronavirus ha amplificato e messo a nudo le criticità di un sistema sanitario depredato e impreparato che ha lasciato il personale sanitario a combattere a mani nude, spesso senza uno straccio di dispositivi di protezione individuale. Di fronte alle tante, troppe disfunzioni che quotidianamente si riscontrano negli ospedali spoke, la scelta di allestire Centri Covid può concretizzarsi solo a condizione che si rispettino procedure e criteri di sicurezza, che ci siano dotazioni tecnologiche, umane e professionali adeguate. E francamente siamo molto, troppo lontani dall’obiettivo. Perché se il rispetto delle procedure non si verifica, soprattutto sul piano dei protocolli e dei percorsi di sicurezza, i centri Covid-19 istituiti dentro ospedali non idonei diventano un focolaio di propagazione del contagio. Questo non deve succedere in Calabria e nella provincia di Cosenza, dove anche l’Ospedale hub dell’Annunziata, certamente più attrezzato delle altre strutture provinciali, dotato di più posti di Terapia Intensiva e del reparto di Malattie Infettive e deputato a gestire i pazienti contagiati dal Covid-19, è in grande affanno, con personale insufficiente e impegnato in turni massacranti.

Le garanzie chieste all’Asp dal Sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi rispetto alla realizzazione del centro Covid-19 in condizioni di sicurezza – prosegue Lavia –, manifestano dunque una preoccupazione legittima. Non siamo esperti di pandemie, ma ci pare che la scelta di istituire i centri in strutture dedicate, come avvenuto a Germaneto, e in ospedali già attrezzati allo scopo, siano quelle verso cui ci si sta muovendo anche altrove. Nella lettera inviata al New England Journal of Medicine i medici impegnati nella trincea dell’Ospedale di Bergamo scrivono che “occorre ridurre l’ospedalizzazione anche con cure a domicilio, perché gli ospedali possono essere i principali veicoli di trasmissione del Covid 19”. E sottolineano che c’è bisogno di strutture ospedaliere dedicate al Covid-19, con percorsi separati dalle aree potenzialmente contaminate.

Riteniamo difficile allestire centri coronavirus in strutture ospedaliere non adeguate, ad iniziare da quella di Corigliano Rossano, nel rispetto rigoroso di protocolli e percorsi di separazione. Al contrario – conclude il Segretario generale dell’UST di Cosenza –, puntare sugli hub per il Covid-19, dotandoli di personale sanitario aggiuntivo che operi in sicurezza, e potenziare gli spoke per tutte le altre patologie è una scelta che ci pare corretta perché coerente con la finalità da perseguire. Tardiva, ma corretta. Sperando che si fermi il contagio e si ridimensioni l’emergenza. L’unica cosa che non serve è la confusione. Per operare scelte chiare occorrono coordinamento dei diversi attori istituzionali e iter decisionali definiti». (comunicato)

 

 

 

 

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