Chidichimo, la riapertura resta nel mondo delle parole

trebisacce

Riapertura dell’ospedale rinviata alle calende greche: senza l’assunzione del personale necessario, la volontà di riaprire il “Chidichimo”, da parte della politica regionale e dei politici locali, seppure ammirevole, resta nel mondo delle buone intenzioni. E valgono a poco i lavori eseguiti nei locali del Punto di Primo Intervento, quelli in corso nell’ingresso e quelli previsti per adeguare la “camera calda”, per sanificare i pavimenti della Dialisi e anche quelli che sarebbero in programma per il ripristino delle sale operatorie. Senza personale l’ospedale non si potrà mai aprire e purtroppo su questo versante i segnali provenienti da Catanzaro e da Roma sono inquietanti e anche il destino del “Chidichimo”, insieme a tutta la sanità calabrese che arranca sempre più vistosamente, sembra essere ostaggio dei giochi politici. E’ infatti sparito nel nulla il Decreto n. 50 con cui il Commissario Scura, il 13 marzo scorso, aveva decretato l’assunzione di 600 medici e paramedici da assegnare alle cinque Asp e alle Aziende Sanitarie Calabresi di cui oltre un centinaio alla sola Asp di Cosenza. Tra questi, stando sempre alle buone intenzioni, ci dovevano essere i medici, e in particolare, gli Anestesisti, gli specialisti di Chirurgia d’Urgenza ed i medici di Medicina Generale indispensabili per aprire concretamente il “Chidichimo”. Scorrendo però il sito ufficiale della Regione, si passa dal Decreto n. 49 al Decreto n. 51. L’anello mancante corrisponde proprio al Decreto n. 50 che autorizzava i direttori generali ad assumere a tempo indeterminato, attraverso le procedure previste dalla legge, ben 592 tra medici, infermieri e tecnici vari. Perché il provvedimento è stato oscurato? Per quale ragione non appare pubblicato? Negli ambienti dei bene informati si dice che sul suddetto Decreto manca la firma del sub-commissario Urbani che da qualche settimana, per via del nuovo incarico di Direttore Generale del ministero della Salute, deve dividersi tra la Calabria e Roma. Non si esclude che tra le due funzioni vi sia un grado di incompatibilità che però potrebbe essere, a giudizio di qualcuno, soltanto un alibi per frenare le assunzioni finendo così con l’esautorare di fatto il Commissario Scura. Eppure, ci sono Direttori Generali che dispongono di copie dell’atto pubblicato il 13 marzo e al momento sono bloccati perché non sanno come regolarsi. In realtà l’ospedale di Trebisacce, è bene ribadirlo, con il Decreto n. 30 del Commissario Scura è già aperto, ma solo sulla carta, proprio perché, oltre alla messa a norma delle degenze e delle sale operatorie, mancano gli operatori sanitari che non rappresentano certamente un optional secondario. Inutili quindi tutti i tentativi, anche quelli apparsi su certa stampa, di far passare il messaggio che, una volta finiti i lavori, il Pronto Soccorso era già aperto. La gente fa infatti presto a illudersi ed a ricorrere al Pronto Soccorso nei casi di emergenza. E ha dovuto far ricorso al suo legale di fiducia, l’avv. Francesco Manolio, il referente della Direzione Sanitaria dottor Antonio Adduci per precisare “l’insussistenza, al momento, di alcun sostrato di verità” circa la riapertura del Pronto Soccorso la qual cosa, “siccome attualmente il PPI non è attrezzato a trattare una molteplicità di casi gravi, potrebbe dare alla comunità una consapevolezza erronea”.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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