Sottolineato il dramma della pandemia
Nel suo intervento ha ringraziato Mons. Satriano per aver «servito con amore il cammino di Chiesa di questa bella realtà arcidiocesana». Tra i contenuti di alto spessore culturale, l’alto prelato cita il «Codex purpureus rossanensis», una «testimonianza emblematica della Rossano bizantina, insieme con l’icona molto venerata dell’Achiropita e con le chiesette bizantine di San Marco e della Panaghia, così come l’abbazia di Santa Mari del Patire, ci ricorda il dovere primario dell’evangelizzazione nuova, a cui siamo chiamati in questo nostro tempo di reset globale, di rinascita e rinnovamento dopo la buia stagione della pandemia, che ancora affligge il mondo». Alcuni passaggi destinati al periodo critico della pandemia: «In questi mesi, ha affermato Mons. Aloise, anche dal virus coronato e dai suoi deprecabili effetti nella vita di tanti, che ne sono stati colpiti e abbattuti abbiamo imparato il significato della precarietà del nostro stare al mondo. Cosa ne deriva per la nostra esistenza quotidiana?».
L’emergenza è il bisogno sociale
A dare il benvenuto nella città di Corigliano-Rossano è stato il sindaco Flavio Stasi che si è soffermato sul patrimonio storico-culturale del centro jonico e anch’egli ha sottolineato i momenti difficili vissuti durante il dramma pandemico che, ha ribadito, ha fortunatamente allentato la morsa ma «ha lasciato sul suo cammino dolore, spavento, incertezze e difficoltà. Ha mutato il nostro modo di vivere, di rapportarci, di lavorare, di divertirci. Ha mutato il nostro concetto di normalità ed ha rallentato o stravolto ogni piano personale e collettivo, proprio mentre la nostra comunità sta affrontando una sfida storica, epocale, importante, quella dell’unione amministrativa e sociale di due realtà che prima camminavano lungo strade autonome e che oggi rappresentano una delle città più importanti della Calabria, riferimento dell’intera fascia ionica». Le tematiche da affrontare sono tante secondo Stasi: «Dai bisogni sociali e dalle fragilità numerose accentuate da mesi di pandemia, sino alle piaghe molteplici che penalizzano questa terra a partire dalla criminalità organizzata, in tutte le sue declinazioni, che nella disgregazione sociale e difficoltà economiche generate da mesi di pandemia di certo si è insinuata, penalizzando la nostra terra e la nostra gente».