Celebrazioni della Settimana Santa, intervista a don Pietro Madeo

– Il Santo Padre, venerdì scorso, nella deserta Piazza San Pietro ha concesso l’indulgenza plenaria Urbi et Orbi. Non pensa che sia un segno straordinario?

La celebrazione straordinaria che il Santo Padre ha tenuto in Piazza San Pietro esprime qualcosa di molto forte e importante. Sarebbe riduttivo vederla semplicemente come il concedere un’indulgenza. È una celebrazione che sta alla sommità di tutto quello che il S. Padre sta facendo in questo periodo come partecipazione al dolore di questi nostri giorni. Un entrare come padre e pontefice nella preghiera che tutta la Chiesa sta elevando, insieme alle opere concrete messe in atto un po’ dovunque. Questo legame con il popolo lo ha ottenuto attingendo a tutto quello che la tradizione offre. Soprattutto questa Celebrazione, con l’ascolto della Parola; l’adorazione e la benedizione eucaristica: è come averci voluto mettere sotto la totale protezione del Signore, sotto il manto della misericordia di Dio in un momento così difficile e invitandoci ad accoglierla seriamente per poter affrontare con serena speranza e fiducia questo momento difficile.

– La Chiesa in questo periodo d’emergenza sta affrontando una situazione così delicata lontano dai suoi fedeli che non può incontrare di persona. Riesce lo stesso a dar loro il giusto sostegno?

I fedeli hanno manifestato in vari modi la loro difficoltà, quasi di solitudine, soprattutto quelli abituati a una frequenza attiva alle celebrazioni, alle catechesi, alle attività parrocchiali. Di certo non mancano le forme per tenere vivi i contatti, per offrire momenti di celebrazione creando “comunione virtuale”. Oltre alle dirette sulla pagina Facebook della Cattedrale per sentirsi “a casa” (santa Messa, Rosario, Via Crucis), ci sono anche le proposte che arrivano attraverso i social nei vari gruppi. Però – vedete – mi sto convincendo che, come già avvenuto in altri tempi, al di là della difficoltà che si sperimenta, anche questa triste vicenda genererà qualcosa di nuovo nelle comunità.

– I giovani, gli anziani, le famiglie hanno bisogno di conforto. Qual è il messaggio per loro?

Confortare: è il senso della stessa Parola (dare forza) che illumina chi ha fede in Gesù soprattutto in questo tempo pasquale. La forza della fede fa vedere in avanti e invita ad andare avanti perché sappiamo che la morte non è l’ultima parola e il male non può prevalere sul bene, perché Cristo ha sconfitto tutto ciò. Il Cristiano in questo momento trova sempre forme nuove per esprimere queste verità,

– Siamo in procinto di festeggiare la Santa Pasqua. Quali sono gli appuntamenti e in che modo i fedeli potranno partecipare?

Gli appuntamenti saranno ovviamente quelli che la liturgia della Chiesa ci ha trasmesso e che fanno parte ormai delle nostra vita religiosa popolare: i riti propri della Settimana Santa, a cominciare dalla Messa della Domenica delle Palme. Ovviamente sarà priva della partecipazione fisica dei fedeli e di quei momenti che potrebbero provocare avvicinamento delle persone. Seguirà poi il Triduo: la Messa in Cena Domini (senza la lavanda e gli altari della riposizione intorno ai quali la sera ci si ritrovava per la visita e la preghiera fino a notte tardi), il Venerdì la Passione e Morte di Gesù (mancherà ovviamente la processione dei Misteri e all’alba quella delle Congreghe); la Veglia Pasquale, ovviamente in modalità un po’ diversa da come siamo abituati a viverla.
La Cattedrale trasmetterà tutte queste celebrazioni sui social e così terrà unite le comunità a vivere in maniera spirituale gli eventi fondamentali della nostra fede e della salvezza. Informeremo in tempi utili come e dove partecipare in diretta. Certamente sulle pagine Facebook della Diocesi e della Cattedrale e su quella di Informazione e Comunicazione.

Antonio La Banca

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