Catalano:” Basta prendere in giro, azione contro deficit infrastrutturale”

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La battaglia “giudiziaria ed a suon di carte bollate” in difesa del territorio della Sibaritide non si ferma, anzi continua e questa volta approda in Tribunale. L’avv. Pasquale Catalano, dopo una serie di diffide e petizioni popolari approdate nei due rami del Parlamento ed all’esame delle commissioni Giustizia e Ambiente, ma ferme dal 2014 e senza risposta, su mandato di un cittadino di Rossano, tale C.P., ha proposto un’azione giudiziaria nei confronti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero della Giustizia, Governo, Regione Calabria, Provincia di Cosenza, ANAS, Ferrovie dello Stato e Trenitalia, denunciando le gravi carenze infrastrutturali nella Sibaritide e nella fascia ionica cosentina. La vicenda è stata nuovamente riproposta con un formale atto diffida dello scorso novembre in cui si evidenziava che l’intera fascia territoriale jonica risulta carente di infrastrutture, trasporti e adeguate vie e mezzi di collegamento. Infatti, sfumato l’ammodernamento della rete ferroviaria Jonica e con la soppressione dei treni a lunga percorrenza lungo la dorsale jonica (i famosi treni Crotone/Milano e Reggio/Bari), con la mancanza di corse dirette per Cosenza e per Castrovillari (priva di rete ferroviaria), salvo insufficienti corse sostitutive di pullman che non garantiscono lo stesso livello di celerità e qualità pari a quella dei treni, in una strada già di per sé intasata e precaria quale la SS 106 ionica, questo territorio è rimasto quasi del tutto scollegato e staccato dalla Puglia e Basilicata ed è sprofondato in un inaccettabile isolamento dal resto d’Italia. Inoltre, dopo l’accorpamento del Tribunale di Rossano a Castrovillari, non sono state ancora istituite idonee e sufficienti corse di collegamento tra il territorio dell’ex circondario di Rossano e la sede del tribunale accorpante, con gravi disagi ed insopportabili oneri finanziari per l’utenza ed i professionisti, nonché per lo stato stesso. A ciò si aggiunge l’antiquato ed ormai insostenibile sistema viario che collega i paesi interni della Sila e del Pollino e l’annosa questione della pericolosità ed inadeguatezza della strada statale 106, che ne fanno la quarta strada in Italia per incidenti e per numero di morti. La soppressione del Tribunale di Rossano ed altri presidi e uffici, l’ingiustificato ridimensionamento dell’offerta sanitaria ospedaliera e lo stato disastroso in cui versano le poche infrastrutture rimaste, isolano ancora di più la popolazione di questo comprensorio che si vede perciò privata di ogni servizio e diritto. Nonostante le diverse segnalazioni e denunce non è pervenuta dagli organismi istituzionali nessuna presa di posizione in merito alle precarie condizioni igieniche ed infrastrutturali in cui versa la sede UNEP allocata presso l’ex Palazzo di Giustizia, già oggetto di due ispezioni sanitarie effettuate dall’ASP di Cosenza, alla insufficienza dei locali del nuovo Palazzo di giustizia, alla carenza di personale di cancelleria e magistrati ed ai lunghissimi rinvii soprattutto in materia civile.

I fatti narrati evidenziano una insopportabile e non più accettabile diseguaglianza tra i cittadini del territorio della Calabria del Nord – fascia ionica compresa, rispetto ai cittadini del resto d’Italia, con chiara ed evidente violazione dell’art. 3 della Costituzione”. Dopo la proposizione della vertenza ha già risposto la Provincia di Cosenza, che pur condividendo le motivate ragioni delle problematiche denunciate, ha rimarcato le proprie difficoltà di carattere finanziario a seguito del depotenziamento attuato.

Con l’azione giudiziaria intrapresa, a cui ne seguiranno altre dei tanti cittadini indignati, si chiede all’organo giudiziario l’accertamento di ogni responsabilità, ordinando agli enti convenuti di realizzare immediatamente dei piani di ammodernamento e di adeguamento dei servizi, nonché tutte le opere infrastrutturali necessarie ad attenuare le diseguaglianze ormai venutasi a creare e che creano disparità di trattamento tra cittadini, ed in particolare nei confronti dell’assistito C.P., con condanna degli stessi enti, al risarcimento, in favore dell’attore, dei danni patrimoniali e non, ovvero dei danni morali, subiti e subendi nella misura di € 25.000,00 o nella diversa misura. Intanto tale causa è stata regolarmente iscritta e la prima udienza si terrà nel mese di aprile

(fonte: comunicato stampa)

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