Case inagibili, in 5 chiedono alloggio popolare

assistenti fisici

L’ultimo commissario straordinario che ha governato Rossano, Aldo Lombardo, aveva preso in mano diversi problemi. Tra cui quello delle case inagibili e degli alloggi popolari. Si era recato a Catanzaro per incontrare i vertici dell’Aterp. Li aveva poi ospitati a Rossano. Per discutere, insieme a dirigenti e funzionari comunali, del problema riguardante la mancanza di alloggi popolari. Con diverse famiglie senza casa. Un problema che è rimasto irrisolto. Perché a tutt’oggi c’è chi, senza lavoro, con figli e con tanti problemi, è senza casa. E le assegnazioni? Le graduatorie?

CASE INAGIBILI, IL CASO SPECIFICO

E’ quello della signora Bina Piluso. Marito muratore, a giornata. Con le paghe che danno, da queste parti. Lei non può lavorare per problemi di salute. Ma senza sussidi. Almeno per il momento. Tre figlie minori. La più grande di sette anni. Dopo essere stati sfrattati, si sono stabiliti in  una casetta di contrada Momena, nei pressi della centrale. Casetta giudicata inagibile anche dai Vigili del Fuoco. Rimasti, da pochi giorni, anche senza energia elettrica. Ma non possono farne a meno. Dove andare ad abitare, altrimenti? Il caso è disperato. La signora Bina si è rivolta al Comune per un alloggio popolare. Dove la risposta è stata negativa. In realtà in graduatoria risultano essere al 35° posto. “Non chiediamo altro che un alloggio dignitoso. Non vogliamo una reggia. Non vogliamo chissà cosa.

Ma con tre figlie e un mezzo stipendio come facciamo a rimanere in una casa che anche i vigili hanno dichiarato non idonea?”. Le graduatorie. Ci sono. Ma bloccate. Alcuni alloggi popolari sono in via di ultimazione in contrada Matassa. Altri potrebbero essere recuperati nel centro storico. Abitazioni le cui aperture sono state murate dopo varie denunce giornalistiche e non, dalla precedente amministrazione. Eppure sono alloggi nuovissimi. Cosa si aspetta a sistemarli (dopo essere stati in preda al degrado per alcuni anni) e assegnarli a chi ne ha bisogno?

Invece ad oggi alcuni alloggi popolari sono stati assegnati (non da questa amministrazione, ma da altre precedenti) a chi non ne aveva diritto. O lo aveva, ma di meno rispetto ad altre situazioni più disperate. “Per i rom – dice la signora Bina – lo Stato sborsa soldi mensilmente e io che ho bisogno di farmaci e pannoloni  devo pagare. Tante promesse per i voti e poi alla fine non cambia niente”. Il Comune prenda esempio dal Commissario Lombardo e sblocchi la situazione.

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