Cariati, la sanità continua a perdere pezzi. Servizi chiusi e specialisti spariti: la denuncia dei Comitati per il Vittorio Cosentino

Mentre ancora si attende il piano regionale che dovrà sancire il reinserimento dell’ospedale nella rete per acuti, i cittadini del Basso Ionio sono sempre più messi a dura prova dalle carenze che continuano a sommarsi. Formaro: «Chiediamo risposte imminenti al commissario dell’Asp Graziano»

Prima le proteste, l’occupazione, gli appelli da tutto il mondo, poi la luce in fondo al tunnel. Solo che quel fondo e quella luce continuano ad apparire lontani. Mentre ancora si attende di approdare alla “terra promessa” – il piano operativo regionale che dovrà sancire il reinserimento dell’ospedale nella rete per acuti – a Cariati il diritto alla salute continua a sfilacciarsi. «Ci si riempie la bocca del concetto di “medicina territoriale”, ogni giorno leggiamo comunicati roboanti da parte delle dirigenze, politici e commissari alla sanità ma nel frattempo sul territorio ionico di cui Cariati è riferimento continuano a mancare gli specialisti e i servizi ambulatoriali continuano a essere annullati». La denuncia è di Mimmo Formaro, portavoce dei Comitati uniti per il Vittorio Cosentino, che in un post su Facebook lamenta come negli ultimi mesi siano «letteralmente spariti, per esempio, i seguenti specialisti: endocrinologo, otorino, diabetologo, ortopedico, fisiatra, chirurgo, dermatologo».

Un nutrito elenco di pezzi mancanti di una sanità ridotta ai minimi termini ormai dal 2010, anno del decreto che disponeva la riconversione di 18 ospedali in tutta la regione tra i quali, appunto, quello di Cariati. Pezzi mancanti di un puzzle che fa fatica a ricomporsi, «figure mai rimpiazzate o del tutto assenti», sottolinea Formaro.

L’urlo di rabbia si alza così ancora una volta dal Basso Ionio cosentino: «Chiediamo alla dirigenza del Distretto Sud, al commissario Asp di Cosenza Antonello Graziano di dare risposte nell’imminenza per rimediare ai disagi a cui si stanno costringendo migliaia di cittadini», scrive il portavoce dei Comitati uniti. E ancora: «Chiediamo che vengano bandite le ore di specialistica e che vengano fatte scorrere le graduatorie. Chiediamo di intervenire in linea a ciò che sarà, secondo gli impegni presi, della struttura».
«Gli ospedali e i presidi ospedalieri come anche quelli territoriali non si aprono con una chiave ma con personale e strumenti – insiste Formaro –. In questo senso chiediamo e pretendiamo maggiore attenzione per il territorio. Ogni volta che viene chiuso un servizio pubblico ci ritroviamo ad andare dai privati e a spendere soldi e soldi in un periodo di crisi che sta per diventare spaventoso».

Ieri, intanto, al “Vittorio Cosentino” è arrivato l’ecografo per l’ambulatorio di Radiologia, un altro degli strumenti attesi per rimettere in moto il presidio. Che però continua a fare passi avanti accompagnati da altrettanti passi indietro. Mentre il fuoco della rivendicazione continua ad ardere dato che la parola “fine”, in questa storia di diritti rubati con un colpo di penna, non si vede ancora.

«L’Italia è lo Stato in cui le persone sono costrette ad indebitarsi per curarsi più che altrove. La Calabria è la regione in Italia in cui le persone sono costrette ad indebitarsi per curarsi più che nel resto del territorio nazionale», conclude, amareggiato, Formaro. E a Cariati la lotta continua. (fonte cosenzachannel)

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