Cardiologia. Graziano: «Non si può chiudere per semplice manutenzione»

Corigliano Rossano – Vergognose le motivazioni insite al dispositivo di chiusura dell’Unità operativa di Cardiologia dello Spoke Corigliano-Rossano. Ormai da queste parti è diventata una moda chiudere i reparti invece di trovare qualche risorsa economica, come in questo caso, e agire per risolvere i problemi. Siamo d’accordo sul fatto che è necessario fare pressione sul governo della sanità calabrese e sul management aziendale per rivendicare diritti e servizi. Ma quando le responsabilità sono dirette ed in capo alla struttura dirigenziale ospedaliera si rischia di utilizzare in malo modo lo strumento dell’ostracismo. E di non essere più creduti. In Cardiologia serve un ordinario intervento di manutenzione per la riqualificazione della pavimentazione e la bonifica dei locali. Nulla più. Per fare questo bisogna muovere mezzo mondo? Credo di no. Il vero problema, però, è che rimangono sempre gli ammalati le vittime incolpevoli di questo sistema di gestire le cose.

È la posizione forte del presidente de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, rispetto alla notizia data ieri dagli organi di informazione rispetto alla chiusura dei ricoveri nell’Unità operativa di Cardiologia e UTIC dello spoke di Corigliano-Rossano.

«Ho preso subito informazioni – dice Graziano – così come sono abituato a fare per capire cosa stesse succedendo e ho riscontrato che il Reparto è stato chiuso ai ricoveri perché i locali non ritenuti più idonei. E questo dopo una segnalazione fatta nei giorni scorsi dallo stesso direttore dell’unità operativa al commissario dell’Asp di Cosenza, Erminia Pellegrini, dove si evidenziavano criticità di natura manutentiva. È giusto disporre la chiusura di un reparto quando non ci sono le condizioni di sicurezza per i pazienti e per il personale. È giusto chiudere quando mancano medici e anche quando ci sono carenze di natura strutturali o igienico sanitarie, come nel caso di Cardiologia. Ma allo stesso tempo da cittadino mi chiedo: cosa si è fatto per evitare che si arrivasse a questo stato di cose? E lo chiedo principalmente al direttore sanitario dello spoke di Corigliano-Rossano che è deputato, insieme alla struttura amministrativa, ad occuparsi della gestione ordinaria dell’ospedale. È possibile che per riparare un pavimento rotto da mesi e non più igienicamente idoneo bisogna necessariamente smuovere l’universo intero? Come viene operata la manutenzione ordinaria? Se siamo arrivati al punto che bisogna chiudere un reparto perché è saltata una mattonella del pavimento, tanto vale chiudere tutto per manifesta incapacità gestionale di una struttura pubblica. Anche perché i soldi per provvedere ad altre spese si trovano sempre e puntualmente, senza fare rumore, mentre per attivare una manutenzione ordinaria in un reparto delicato e strategico come Cardiologia si preferisce gridare allo scandalo lasciando gli ammalati senza un punto di riferimento. Sono in prima linea nella battaglia per rivendicare il diritto alla salute e ad una sanità più efficiente a Corigliano-Rossano e nella Sibaritide ma dobbiamo essere consapevoli anche delle responsabilità che ha ognuno degli interpreti/responsabili di questa grande emergenza, non trascurando mai quello che è il fine ultimo: il benessere e la qualità della vita dei cittadini». (comunicato)

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