Carcere Rossano. Guerriglia all’interno di una sezione, Sappe: Uffici superiori silenti

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La Casa di Reclusione di Rossano

Corigliano Rossano – Ancora violenza nel carcere di Rossano. Nei giorni scorsi avevamo denunciato pubblicamente che la situazione poteva degenerare, visti i trasferimenti di più detenuti psichiatrici fatti in pochi giorni presso il carcere rossanese, e così è stato. Infatti, nella mattinata di giovedì, un detenuto con problematiche di natura psichiatrica ha aggredito l’addetto alla vigilanza della sezione, colpendolo con una penna e procurandogli lesiono giudicate guaribili in 10 giorni. Nella serata di ieri, invece, lo stesso detenuto ha aggredito un altro compagno di detenzione, anch’egli psichiatrico, procurandosi, vicendevolmente, tagli, ecchimosi e contusioni varie, che sono state contenute solo grazie al pronto intervento del personale presente, il quale li ha dapprima separati e successivamente accompagnati nelle rispettive camere di pernottamento. Successivamente è iniziata la guerriglia nella sezione in questione, ove sono state distrutte le brande, provocati incendi, divelti e lanciati suppellettili presenti contro tutto e tutti. La situazione è così degenerata che si è reso necessario il richiamo in servizio del personale e, solo grazie alla professionalità dei colleghi presenti si è riusciti, dopo circa tre lunghe ore, a riportare la situazione ad una pseudo-normalità. Tutto questo – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario Nazionale – avviene nel silenzio assordante dei superiori uffici che, in barba a relazioni del personale, certificazioni mediche specialistiche e richieste di allontanamento, non danno risposte adeguate. Infatti il penitenziario rossanese continua ad essere considerato “con un’adeguata presenza psichiatrica” nonostante vi sia solo uno psichiatra convenzionato con la struttura ed in sua assenza non è previsto il sostituto. In ogni caso, non è possibile assegnare, nello stesso istituto, tre detenuti con gravissimi problemi di natura psichiatrica, senza con ciò creare una situazione di assoluta ingestibilità.
La ministra, all’atto del suo insediamento, aveva promesso che il primo problema che avrebbe affrontato sarebbe stato quello dei detenuti con problemi psichiatrici, ma ad oggi non abbiamo notizie di interventi in tal senso (Comunicato stampa).

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