Capalbo (Rossano). Referendum, tagli in parlamento: non barattiamo la nostra rappresentatività

Il 20 e 21 settembre p.v. si verrà chiamati alle urne per decidere se ridurre di un terzo i parlamentari, su una riforma fortemente voluta dalla LEGA (era nel programma elettorale delle politiche 2018) e difesa a spada tratta dal M5S, che l’ha “elevata” a cavallo di battaglia del momento.

Le ragioni portate avanti dai sostenitori del SI, si possono così sintetizzare:

  1. Con il “taglio”, si avrà un parlamento più snello ed anche più efficiente;

  2. Con il “taglio”, il numero dei parlamentari sarà più allineato alla media europea;

  3. Con il “taglio”, si avranno 345 parlamentari in meno, con un notevole risparmio di risorse pubbliche, perché è ora che la politica inizi a dare l’esempio.

Tesi che possono convincere chi ragiona con la “pancia”, ma non chi ragiona con la testa, perché:

  1. Un Parlamento non funziona bene o male in base al numero dei parlamentari, ma in base alla capacità di chi rappresenta le Istituzioni. Leggi fatte malissimo da 100 parlamentari, non diventano buone se fatte da 60;

  1. Il numero dei parlamentari è già allineato alla media europea (fonte: dossier del servizio studi del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati – A.S. n.214-515-805-B – RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI);

  1. Il risparmio sarà pari al costo di un caffè all’anno. (La politica avrebbe dovuto dare il buon esempio riducendo stipendi e privilegi e tagliando il personale di camera e senato. Ma poi, che ci fa un barbiere in senato?).

Inoltre, la riforma cd. “taglia poltrone” diminuisce la rappresentanza parlamentare e ancor più il “quorum” per approvare le leggi (201 deputati, 101 senatori). Se poi si tiene conto che, di conseguenza, anche le commissioni parlamentari, che oggi sono composte all’incirca da una quarantina di persone, saranno diminuite e si tiene in considerazione, altresì, dei poteri che a loro sono conferiti in sede “deliberante” e “redigente” dai regolamenti parlamentari, ecco che potremmo trovarci nella situazione che poco più di “quattro amici” potranno facilmente “discutere e APPROVARE” disegni di legge.

Ancora, ed è la parte terrificante della riforma, con la riduzione dei parlamentari sarà più facile cambiare la Costituzione senza passare dal referendum; 267 deputati e 134 senatori, questi sono i numeri sufficienti, se dovesse passare il SI il prossimo settembre, per cambiare la Costituzione in ogni sua parte, senza la possibilità per i cittadini di esprimersi con una successiva consultazione referendaria.

Infine, ci dicono che i parlamentari sono la casta dei “privilegiati”, ma se fossimo un paese serio per ovviare a questo problema penseremmo a ridurre i privilegi e non il numero dei privilegiati.

Ci farfugliano che con il “taglio” verranno messi da parte parassiti ed incapaci. Ci si indigna per la scarsa cultura e lo scarso curriculum di vari parlamentari, ma siamo sicuri che riducendone il numero ci siano più probabilità che ciò non accada? A mio avviso, purtroppo, al contrario si ridurranno le possibilità di avere dei parlamentari seri, onesti e che nel caso sappiano anche distaccarsi dalle decisioni dei loro leader di partito, qualora le reputino sbagliate.

Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”. Si concentrano le energie sulla riforma costituzionale, ma si continua ad avere una legge elettorale con listini bloccati e candidati nominati, con il Parlamento composto da “eletti” quasi esclusivamente indicati dalle segreterie di partito, sottraendo al popolo il diritto di scegliersi i suoi rappresentanti. Con la conseguenza che ciascun deputato e senatore finirà per rispondere al partito e non agli elettori.

In conclusione: una riforma che, sicuramente, non ha come obiettivo il bene dei cittadini, ma di altri “soggetti” e ciò non può che fa ritornare in mente i piani messi nero su bianco dalla “PROPAGANDA 2”.

In questi casi è bene ricordare i pensieri di persone più sagge di chi scrive, per indurci a riflettere a mente lucida: “A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina”. (cit. Papa Pio XI)

Ing. Cataldo Capalbo

comunicato stampa

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