Canale Stombi. Comitato Velisti Indignati: troppi ritardi nel bando comunale

Troppi ritardi nel bando comunale, nonostante la Regione Calabria abbia già stanziato i fondi per il completamento della draga. È quanto denuncia il Comitato “Velisti Indignati” a distanza “di circa 5 mesi dal sequestro probatorio della foce del Canale degli Stombi (per il sospetto reato di gestione illegale di rifiuti) e dalla sospensione dell’ordinanza di Protezione Civile, con la quale, furbescamente, migliaia di tonnellate di materiale di dragaggio stavano finendo in mare senza alcuna autorizzazione”. Dito puntato contro il commissario prefettizio per un bando comunale che “non viene pubblicato” nonostante, a parere del comitato, l’esistenza di validissime ragioni per procedere. “Ragioni di giustizia: dal 7 Agosto 2018 – si legge nella nota del comitato – esiste una legge regionale che non solo attribuisce al Comune di Cassano allo Ionio la funzione di garantire la navigabilità del canale degli Stombi ma, soprattutto, riconosce agli abitanti dei Laghi di Sibari il diritto di uscire a mare…Ragioni di Sicurezza Pubblica: conosciamo tutti il rischio idrogeologico (esondazione delle darsene ed allagamenti) connesso al permanere dell’ostruzione del Canale Stombi e le disastrose possibili conseguenze a carico delle 1400 abitazioni che costituiscono il complesso nautico.
Ragioni di Ordine Pubblico: Ricordiamo tutti la mobilizzazione degli abitanti dei Laghi di Sibari del 30 Luglio 2018, con tanto di Digos e polizia in assetto antisommossa.
Ragioni di Igiene e Sanità Pubblica: esistono fior fiori di relazioni tecniche (non ultima quella della Lega Navale Italiana) che descrivono i processi di eutrofizzazione delle acque delle darsene conseguenti alla scarsa ossigenazione, con conseguente sviluppo anomalo di alghe e moria di pesci e bivalvi. A tale riguardo basterebbe, in realtà, soffermarsi a sentire il puzzo delle acque stagnanti che spesso è percepibile già sulla dorsale che porta ai Laghi di Sibari.

A queste ragioni si aggiungano altre due considerazioni molto importanti: innanzitutto che il protrarsi del ritardo nell’assemblamento del mezzo d’opera (la draga) costringerà il Comune a dover intervenire con l’ennesimo provvedimento d’urgenza (così come avveniva con le passate amministrazioni), favorendo tra l’altro delle ditte esterne e che, evenienza di certo non meno importante, la costante svalutazione degli immobili e delle attività commerciali superstiti favorirà sempre di più le infiltrazioni da parte delle organizzazioni criminali locali.

A questo punto sarebbe interessante sapere dal commissario Muccio quali sono i motivi di questo ritardo, in quanto probabilmente esiste qualcosa di molto più importante di queste ragioni e di cui noi non siamo al corrente.
Ancora più interessante sarebbe sapere dal Commissario quale sia il motivo per il quale a chiedere il dissequestro della foce dello Stombi debba essere il Consorzio di Bonifica e non il Comune (come da lui affermato nella recente riunione con il comitato dei cittadini “I Care”), visto che il Canale è stato sequestrato proprio mentre era oggetto di un’ordinanza comunale ed ancor di più visto che, al momento, gli unici indagati sono due tecnici comunali.
Circa i rapporti con il Consorzio di Bonifica vorremmo inoltre sapere il motivo della mancata vigilanza, ad oggi mancata denuncia, circa la il mancato rispetto del suo dovere istituzionale di mantenimento dell’officiosità idraulica dello Stombi, che come ormai noto non consiste nel mantenere un’apertura a mare larga 4 metri e profonda 40 cm (il cosiddetto deflusso delle acque). Se il canale degli Stombi ha una larghezza di 40 mt, molto probabilmente, un motivo ci sarà!”. Da qui la richiesta al Commissario Muccio di conoscere i “reali motivi – si legge ancora nella nota – del suo comportamento (peraltro assimilabile ad un vero e proprio modus operandi, visto il parallelismo con la chiusura ad oltranza delle Grotte di Sant’Angelo, lo stazionamento senza fine delle bare nei locali del cimitero, l’eterna questione del depuratore dei Laghi di Sibari e la perpetua contaminazione fecale delle acque potabili di Marina di Sibari)”.

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