Calabra. Manutenzione stradale, interrogazione del M5S

L’Atto Senato n. 3-01262 del 19 dicembre 2019 è una interrogazione a mia prima firma, sottoscritta da altri undici Senatori del gruppo M5S, che, riferendosi alla AVR S.p.A., ditta nata per occuparsi di manutenzione stradale ma diventata poi molto attiva nella raccolta di rifiuti per conto di numerosi comuni italiani, compresa Roma (grazie ad un paio di commesse milionarie di A.M.A. ottenute nel 2018), e persino all’estero, chiede se il Ministro dell’Interno “non reputi anomalo che a una società con i descritti rapporti con soggetti afferenti alla criminalità organizzata, e alla quale non viene rinnovato l’inserimento in white list dal 2017, siano affidati appalti di rilevante portata su tutto il territorio nazionale” e “se risulti che la posizione di AVR S.p.A. sia stata correttamente verificata e approfondita”. Gli stessi quesiti avevo posto qualche mese fa al Prefetto di Roma durante un’audizione in Commissione “Antimafia”. Non posso che esprimere soddisfazione e gratitudine, dunque, da cittadina calabrese prima ancora che da parlamentare della XVIII Legislatura, per l’indagine della Procura della Repubblica di Reggio Calabria che poche ore fa ha dato fatto eseguire, nella Città dello Stretto e a Roma, appunto, il decreto che dispone l’amministrazione giudiziaria di due Società con sede nella Capitale, compresa la AVR, il cui nome già compariva negli atti delle indagini “Ecosistema” e “Xenopolis”, e il controllo giudiziario per una terza, con sede a Reggio. Dei 13 indagati, i media riferiscono che due, accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, sarebbero dipendenti di AVR S.p.a. e che agli 8 amministratori pubblici (comunali, provinciali e regionali) inseriti nel novero di quei 13 si contesta, in sintesi, di avere indebitamente avvantaggiato i titolari di AVR nei rapporti con la PA e con diversi imprenditori legati alla ‘ndrangheta reggina, proprio come l’interrogazione, basata interamente su fonti aperte, già lasciava intuire.
La pervasività della criminalità organizzata calabrese nel tessuto socio-economico del Paese è un dato acclarato da tempo ma inchieste come quella che ha condotto ai provvedimenti odierni dimostrano anche ai meno avveduti quanto tutto ciò che ha a che fare con l’ambiente e la salute dei cittadini sia agognato e aggredito dalle mafie, perché estremamente remunerativo, a cominciare proprio dall’affare del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti. Ne deriva, mi auguro, una più diffusa coscienza della straordinaria attenzione alla legalità con cui le amministrazioni pubbliche calabresi (e non), dovrebbero gestire la materia, senza lasciare chea decidere le sorti di intere regioni in base ai propri interessi siano i signori della monnezza e quelli che giornalmente attentano al territorio per godere degli spropositati incentivi pubblici assicurati alle energie rinnovabili, benché la Calabria abbia un surplus energetico superiore al 170%.
Link interrogazione: 
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1133808/index.html

Margherita Corrado (M5S Commissione Antimafia)

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