Bufera su Spirlì. Consiglieri maggioranza Corigliano Rossano: Parole irricevibili e pericolose

Corigliano Rossano – Le affermazioni pericolose di Nino Spirlì, “sbandieratore di rosari di serie B”, nonché assessore regionale alla Cultura in Calabria, alimentano odio e discriminazione. Quando dice di voler abbattere il politicamente corretto in realtà si muove nel solco della Lega di Salvini e del ex direttore del Giornale, Vittorio Feltri, canalizzatori delle pulsioni peggiori e del razzismo latente e manifesto.

Parole come “negro”, “frocio”, “ricchione”, nonostante il grossolano e mediocre tentativo di mistificazione di senso, sono inequivocabilmente termini dispregiativi, dileggianti, offensivi, utilizzati dal Vicepresidente della Regione Calabria per conquistare un palcoscenico anch’esso di dubbissimo gusto.

La parola CULTURA origina dal latino “colĕre”, significa “coltivare”: ci chiediamo a questo punto quali semi stia gettando l’Assessore Spirlì, semi di integrazione o semi di segregazione e/o respingimento, semi di convivenza e arricchimento nella diversità o semi di stigmatizzazione e scontro tra le diversità?

Il nostro pensiero va ai tanti feriti quotidianamente da un linguaggio violento e offensivo, colpiti da queste parole usate come pietre che minano alle fondamenta delle proprie identità.

Parole come pietre che oggi certamente vengono rafforzate, legittimate, benedette con tanto di rosario, dall’Assessore Spirlì, la cui cristianità ricorda più quelle pagine buie del Medioevo, dell’inquisizione e delle crociate, piuttosto che quelle luminose della Teologia della Liberazione.

I limiti del linguaggio sono i limiti del mio mondo, direbbe Wittgenstein. E ad udire queste parole, pronunciate da colui che dovrebbe rappresentare le istituzioni, pare proprio di trovarci di fronte a deliri di onnipotenza assai poco rassicuranti.

Inoltre, l’Assessore Spirlì non si sente minacciato dalla peggiore criminalità organizzata del pianeta, da un sistema corrotto e corruttivo che dilapida miliardi di euro in sanità e rifiuti, salvo lasciare i calabresi proprio in questi due ambiti, nel degrado più totale.

No, il Vicepresidente della Regione Calabria si sente minacciato da chi ha un colore diverso della pelle e spesso viene stritolato da un sistema economico e criminale proprio nelle nostre terre. Si sente ancora di più minacciato da chi tenta di educare alla convivialità delle differenze, al rispetto per tutte le diversità, a chi rivendica diritti civili per tutti, da chi predica e pratica l’integrazione.

In conclusione, senza troppi giri di parole, il Vicepresidente della Regione Calabria, nonché Assessore alla Cultura, farebbe bene a riflettere maggiormente sul peso delle parole e sui loro effetti. Farebbe ancora meglio a dimettersi immediatamente da un ruolo che davvero ricopre con tanto poco onore (Comunicato stampa).

I consiglieri di maggioranza

Alessia Alboresi

Biagio Frasca

Isabella Monaco

Liliana Zangaro

Cesare Sapia

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