Beni confiscati. Accessibilità, alcuni suggerimenti di Terra e Popolo all’Amministrazione comunale

Corigliano Rossano – In occasione del consueto appuntamento del 21 Marzo, “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, l’associazione Terra e Popolo quest’anno vuole raccontare le esperienze virtuose di riutilizzo e rilancio dei beni, terreni ed aziende confiscate alla criminalità organizzata.
Queste esperienze, nate grazie all’impegno della cittadinanza attiva e delle istituzioni, sono importanti presidi di legalità in territori troppo spesso abbandonati dallo Stato.

Anche il nostro territorio vive sotto il giogo delle organizzazioni criminali ed anche sul nostro territorio insistono beni confiscati alla mafia ed affidati al Comune per il loro riutilizzo diretto o per la messa a bando affinché, attraverso pratiche di cooperazione e solidarietà, quegli spazi tornino in possesso della città creando occasioni di coesione sociale, lavoro e sviluppo.
Per questo, prendendo atto della buona volontà della nostra amministrazione (già dimostrata con l’abbattimento di due beni abusivi e confiscati) sollecitiamo il Comune ad aggiornare la lista dei beni a sua disposizione rendendo più fruibile l’apposita sezione del sito istituzionale e a predisporre tutti gli atti amministrativi necessari per la messa a bando di quegli spazi.

Siamo convinti che permettere ai cittadini di occupare quegli spazi possa dare un forte segnale a quel mondo che a Corigliano – Rossano vive sottotraccia per mantenere il controllo del territorio senza dar nell’occhio e per questo sarebbe utile la realizzazione di una pagina ad hoc contenente, oltre all’elenco:

– la consistenza, la localizzazione, i dati giudiziari ed amministrativi dei beni immobili confiscati, destinati e riutilizzati, anche attraverso l’utilizzo del Geoportale Nazionale ed utilizzando i dati catastali e censuari resi disponibili dall’Agenzia delle Entrate;
– la consistenza, le immagini, i dati catastali dei beni confiscati.

Il portale rappresenterebbe un punto unico di accesso agli Open Data di fonte pubblica in tema di beni confiscati e assicurerebbe un raccordo tra diverse iniziative
in questo settore, esistenti o in fase di sviluppo.

Considerando, inoltre, che la normativa prevede diverse fonti pubbliche di dati aggregati sui beni sequestrati e confiscati (Ministero della Giustizia e ANBSC), la pubblicazione di Open Data riferiti ai singoli beni confiscati va corredata anche dell’informazione sulle modalità di acquisizione dei dati alla fonte (Comunicato stampa).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: