Antoniotti: Alluvione, subito vertice Rossano-Corigliano. Poi mobilitazione

Fusione

ANTONIOTTI-NEW (1)Mancato riconoscimento dei risarcimenti post alluvione, ancora una volta e nel silenzio delle Istituzioni, Rossano e Corigliano si trovano a dover affrontare una situazione umiliante, paradossale e imbarazzante. Una nuova ingiustizia che si aggiunge alla già grave situazione deficitaria di questo territorio, determinata dal disinteresse totale dello Stato nei confronti del comprensorio dell’alto Jonio calabrese. La decisione del Consiglio dei Ministri di non riconoscere i danni del grave nubifragio del 12 agosto 2015 subiti dalle popolazioni della Sibaritide, nonostante la costatazione fatta in loco dallo stesso Ministro all’Ambiente nelle ore successive alla catastrofe, è paradossale. Senza dubbio paghiamo il dazio di non essere stati rappresentati e di non aver avuto un Sindaco che nei mesi successivi all’alluvione sollecitasse la Regione ed il Governo a farsi carico delle migliaia di istanze dei cittadini. Serve subito mobilitarsi e fare capire, una volta per tutte, che siamo studi e non più disposti a piegarci di fronte a queste ingiustizie.
È quanto sostengono i consiglieri comunali di Rossano prima di Tutto, Giuseppe Antoniotti e Antonio Barone, che nelle ultime ore hanno chiesto al Sindaco Mascaro la convocazione urgente di un incontro congiunto dei Capigruppo delle Assemblee di Rossano e Corigliano, per pianificare con tempestività tutte le azioni atte a chiedere il riconoscimento dei gravi eventi meteo-idrogeologici che hanno colpito l’Area urbana lo scorso anno e l’assegnazione dei fondi risarcitori.
Abbiamo chiesto al Sindaco, a nome del gruppo “Rossano Prima di Tutto”, l’immediata convocazione dei capigruppo per concordare le iniziative congiunte con i colleghi del Consiglio comunale di Corigliano, dopo l’inaspettata esclusione dei danni alluvionali del 12 agosto 2015 dai provvedimenti di “copertura dei danni subiti”. Sarebbe ulteriormente grave se si confermasse che la colpevole decisione del governo sia stata dettata dalle “carenze” istruttorie della burocrazia. Da un lato perché sono stati gli stessi apparati burocratici dello Stato a chiedere e sollecitare con urgenza le costatazioni dei danni ai privati cittadini e alle imprese. Dall’altro perché evidentemente nessuno, nel corso di questi mesi, nonostante il grido di dolore degli alluvionati, ha tenuto in debita considerazione questa problematica. I danni della gestione commissariale iniziamo a riscontrarli ora. Ecco perché bisogna porre subito rimedio a questa ennesima e grave ingiustizia, non prima però di aver chiarito il dubbio sull’ipotesi – chiaramente paventata dallo stesso Capo della Protezione Civile calabrese – di omissione in atti d’ufficio. E non prima di aver fatto luce sulle responsabilità, anche in ambito comunale, di chi avrebbe dovuto vigilare e non lo ha fatto. Ricordiamo la presenza del Ministro Galletti nelle ore successive agli eventi del 12 agosto e soprattutto gli impegni assunti dal capo del dicastero Ambiente nella sede Com della ProCiv, rispetto all’assegnazione di un fondo speciale, già nel capitolo del Governo, per far fronte ai danni post alluvione. Promesse e rassicurazioni fatte dallo stesso Presidente della Regione Calabria e non mantenute. L’allora Sindaco Antoniotti, che nella fase dell’alluvione ha posto il massimo impegno per far fronte a tutte le esigenze dei cittadini e per far sì che si presentasse in tempi record tutta la documentazione atta a riconoscere lo stato di calamità, all’indomani della sfiducia, aveva lanciato l’allarme sui rischi che la comunità avrebbe corso senza la presenza del massimo rappresentante istituzionale civico. Con il risultato che, oggi, quelle preoccupazioni si sono tramutate in realtà. Di concreto restano solo le decine di milioni di euro di danni subiti dagli incolpevoli cittadini dell’Area urbana.

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