Anche da Marinelli si fa cultura, racconto di Martino A. Rizzo

Corigliano-Rossano – A Rossano è presente una florida attività culturale che viene svolta in Palazzo San Bernardino, al Circolo Culturale, sui siti internet, nelle biblioteche e in tanti altri luoghi. Cultura si ritrova anche nella storica “Cantina Marinelli”.

Qui si fa cultura popolare e si tramanda la tradizione rossanese dell’incontrarsi la sera dopo il lavoro, scambiare due chiacchiere davanti a un bicchiere di vino, perpetuare i riti propri delle osterie rossanesi, lasciarsi andare ai ricordi dei tempi che furono e parlare di Rossano e dei tanti personaggi che hanno reso vivi i quartieri e la Comunità. Insomma viene perpetuata la tradizione dell’osteria come luogo d’incontro e di ritrovo, di relazioni sociali in cui il vino diventa l’elemento aggregante.

Forse tanti intellettuali storceranno il naso a sentire parlare di una cantina come luogo di cultura. È certo però che Guccini e Dalla si formarono nelle osterie bolognesi e il poeta e compositore Vinicius de Moraes, che voleva ricreare il clima dell’osteria, si presentava sul palcoscenico seduto davanti a un tavolino con sopra solo una bottiglia di whisky e un bicchiere. Per non parlare di quel fine intellettuale, Niccolò Macchiavelli, che nel periodo in cui si trovava in esilio trascorreva le serate nell’Osteria dell’Albergaccio a giocare a tric trac con l’oste e un macellaio del posto. Il poeta Trilussa sempre preferì le osterie ai circoli letterari e tra gli estimatori di questi locali non si possono non ricordare Pier Paolo Pasolini, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi e Ennio Flaiano, tanto per citare altri famosi avventori.

Ci fu un tempo in cui nel centro storico di Rossano si contavano più di cinquanta osterie dislocate in ogni rione. Lì si beveva, si mangiava, si giocava a carte, si suonava, si facevano pettegolezzi, si raccontavano storie, si scherzava, si faceva ironia e in tal modo la cantina diventava luogo di cultura, quella popolare, quella del quotidiano, quella terra-terra, quella del sentito dire – e se non si era sentito dire nulla – quella dei fatti inventati di sana pianta. Oggi invece è rimasta solo la Cantina Marinelli, unica testimonianza che conserva e consegna alla Rossano di oggi una tradizione secolare.

Aperta subito dopo la guerra da Tonino Marinelli, negli anni successivi venne gestita dal figlio Giuseppe e oggi è condotta da Tonino, nipote del fondatore, che accoglie gli ospiti con una squisita gentilezza insieme alla sua gioiosa e sempre sorridente consorte.

Mario Luzi, il grande poeta, a “L’osteria” dedicò una struggente poesia: “L’autunno affila le montagne, il vento / fa sentire le vecchie pietre d’unto, / spande dal forno un fumo di fascine / a fiotti tra le case e le topaie. / Son dietro questi vetri d’osteria / uno che un nome effimero distingue / appena, guardo. La mattina scorre, / invade a grado a grado l’antro. L’oste / numera, scrive giovedì sul marmo, / la donna armeggia intorno al fuoco, sbircia / verso la porta se entra l’avventore. / Seguo la luce che si sposta, il vento; / aspetto chiunque verrà qui / di fretta o siederà su queste panche. / Il bracconiere, altri non può essere / chi s’aggira per queste terre avare / dove la lepre ad un tratto lampeggia, / o il venditore ambulante se alcuno, / raro, si spinge fin quassù alle fiere / ed ai mercati dei villaggi intorno. / Altri non è da attendere. Chi viene / porta e chiede notizie, si ristora, / riparte in mezzo alla bufera, spare ./ Che dura è un suono di stoviglie smosse: / guardo verso la macchia e più lontano / dove solo la pecora fa ombra, / mi reggo tra passato ed avvenire / o com’è giusto o come il cuore tollera”.
In conclusione, parafrasando Marcel Proust, viene da dire che da Marinelli nei decenni sono passati i sogni, le passioni e i discorsi di migliaia di rossanesi. Pertanto è un luogo da considerare degno di venerazione. Il suo posto, nullo nella storia millenaria della città, è invece immenso nella storia sentimentale di Rossano.

Martino A. Rizzo

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

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