Amianto “killer” nella Sibaritide, è allarme

amianto

E’ allarme “amianto” nel piana di Sibari. E a Rossano non si scherza. I dati regionali provenienti dal telerivelamento parlano di 11milioni di metri quadri in tutta la Calabria, un dato che non tiene conto pero’ di condotte industriali, ciminiere, cisterne, canaloni di scolo, etc etc. Il minerale è contenuto in un isolante che i costruttori utilizzarono negli anni 70/80, ed oggi non più in uso perché fuori legge. Le polveri, se inalate, producono nel tempo tumori al polmone.
La questione è dunque piuttosto delicata.
Né esiste una sanità in grado di saper diagnosticare il male ( salvo rare eccezioni) e curarlo adeguatamente. Per tutto questo, come è noto, occorre lasciare la Calabria e recarsi in strutture del centro nord. Con spese ulteriori senza fine. Una dramma. Di cui però la Regione Calabria non vuol farsi carico, probabilmente per mancanza di fondi. Su Rossano esiste da tempo una specifica mappatura: sono circa 1600 i fabbricati coperti da eternit, prevalentemente si tratta di civili abitazioni. Per la rimozione occorre l’intervento di aziende autorizzate, di concerto con l’azienda sanitaria provinciale. Tale attività, tuttavia, produce dei costi, che sono a carico del cittadino. Da qui la battaglia, finora con pochi risultati, avviata dall’osservatorio nazionale amianto che tenta da anni di esercitare pressioni sulla Regione perché possa essere approvato il piano regionale amianto, la cui impostazione prevede la bonifica di tutte le lastre di amianto nei prossimi 10 anni su tutto il territorio regionale. Tale strumento, inoltre, prevede anche l’attuazione per i Comuni di Pac (piano amianto comunale) di cui ovviamente si è sprovvisti. Il Pra necessariamente deve essere dotato di adeguata copertura finanziaria. Ed è qui che s’inceppa il meccanismo. Da quel che risulta, pare che il territorio maggiormente colpito sia proprio la Sibaritide: percentuali preoccupanti si rinvengono anche a Cariati e Corigliano. A Paola e Castrovillari il fenomeno è fortemente ridimensionato, rispetto allo jonio cosentino. Nel 2011 la Regione Calabria in attuazione delle legge nazionale del 1992 approva la famosa legge n14 sull’amianto. Il Consiglio regionale all’epoca aveva 180 giorni per adottare il piano regionale amianto, adempimento che non fece. Pertanto si approvava la legge ma sprovvista di contenuti. Al momento è dunque tutto fermo. Dai 1600 fabbrica a Rossano, il 95% è rappresentato da civili abitazioni, a seguire strutture in disuso, o capannoni abbandonanti a se stessi perché finiti nel tunnel dei procedimenti fallimentari.
Il problema è prevalentemente economica. Molte famiglie non ce la fanno a sostenere le spese, ragion per cui non comunicano né al comune né all’Asp la presenza di eternit per timore di essere multati o dover essere sottoposti ai costi di rimozione. C’è chi invece commette delle vere e proprie barbarie, dando vita a bonifiche “fai da te”. Nulla di più grave per la salute di tutti. Si rinvengono lastre di eternit dappertutto, nei letti dei torrenti, in zone rurali periferiche, lungo la costa. Le polveri killer costituiscono l’elemento nocivo per l’individuo. E non è un caso se, forse, la Sibaritide si attesta tra le aree a più alta percentuale di decessi determinati da neoplasie. Anche se l’azienda sanitaria provinciale spesso interviene sostenendo la tesi secondo la quale i dati del comprensorio sono in linea con il dato nazionale. E’ come buttare acqua sul fuoco. Il dato reale è che purtroppo tante famiglie continuano a piangere morti per tumori. E di questo non si vuol prendere atto.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: