Alluvione 2015. Conferenza stampa terminata, la ricostruzione di Facciolla

Un momento della conferenza stampa

E’ appena terminata  la conferenza stampa a Cosenza del procuratore capo Eugenio Facciolla e del procutatore presso la corte d’appello di Catanzaro Otello Lupacchini che hanno illustrato  i contenuti dell’inchiesta che vede coinvolti circa 200 indagati tra politici, ex sindaci, burocrati, imprenditori, professionisti e privati, ritenuti a vario titolo corresponsabili dei danni provocati dall’alluvione del 2015. Facciolla cita un esposto denuncia di una associazione e un’inchiesta giornalistica che in parte preannunziavano quel che poteva accadere in termini di rischio proprio qualche mese prima dell’evento. Un grido di allarme che non è servito a nulla. Su Rossano risultano realizzati 21 edifici R4 e R3, 14 dei quali senza permessi a costruire. Omissioni di controllo e autorizzazioni non legittime. Su Corigliano 104 gli edifici realizzati in area Pai (piano di assetto idrogeologico) R4, 83 dei quali senza permessi. Cio’ che colpisce – secondo Facciolla – è che molti edifici sono stati sanati con condono, ed è la stragrande maggioranza. A tutt’oggi non sono state fatte opere per contenere misure a tutela del territorio, tutto ciò ha legittimato una serie di sequestrI, ragion per cui si pongono problemi di rischi davvero incombenti. Dati statistici confermano come in 15 anni tra Corigliano e Rossano vi siano stati almeno 25 eventi di tipo alluvionale. Una media quindi preoccupante, ma è anche indice di totale normalità come fenomeno, quindi facilmente ripetibile.

Negli anni, secondo Facciolla, sono state modificate intere porzioni di territorio demaniale, trasformati in agrumeti al fine di intercettare forme di contributi. Nel 2017 – riferisce ancora Facciolla – racconta di essersi recato a Corigliano dove ha riscontrato l’esistenza in pieno centro urbano di scarichi fognari che confluiscono nei canali di scolo che un tempo erano alvei fluviali. Ciò comporta non solo un danno nelle aree circostanti ma anche inquinamento marino. A Rossano esiste una condotta totalmente abusiva nel torrente Citrea costruita dalla pubblica amministrazione. Per decenni non sono state fatte opere di bonifica degli alvei ed oggi diventa quasi impossibile farlo tecnicamente perché eccessivamente ostruiti. Questo spiega le ragioni degli allagamenti.

Il procuratore generale presso la corte d’appello di Catanzaro Otello Lupacchini ha sottolineato la necessità di dare seguito ad indagini approfondite ed accurate, così come il caso richiedeva. Da qui i tre anni di tempo per giungere alla conclusione delle indagini.

 

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