Alla riscoperta delle nostre origini bizantine. Mercogliano invita a puntare sulla cultura e sulla ricerca scientifica

DI SAMANTHA TARANTINO

IMG_20160728_105942 «Rossano deve riprendersi da un periodo, forse troppo lungo, di profonda crisi, convogliato nelle gravi perdite che il nostro territorio ha subito. Per riprendersi, occorre un chiaro indirizzo di politica culturale incentrata sul bizantinismo, che segnò per la nostra città il senso del progresso civile». Con queste parole, il professor Gennaro Mercogliano, altro illustre figlio della nostra Rossano, con la chiarezza che lo contraddistingue, partendo dalla sua ultima fatica letteraria e storica L’imperatrice Teofano e il Codex (Ferrari Editore, 2016) fa una panoramica sullo stato attuale della cittadina: «La politica culturale ha bisogno di risorse, che necessariamente devono essere trasformate in azioni, in atti politici, opere scientifiche che utilizzate al meglio possono portare ad un vero rilancio turistico. L’accoglienza consapevole del Codex deve passare ovviamente da un efficiente sistema di comunicazione, che ora invece ci taglia fuori». «Una politica culturale – continua – che sa quali sono i bisogni primari della popolazione, ridotta allo stremo. Occorre fare ricerca e cultura operando scientificamente, ad esempio istituendo congressi internazionali sul Codex, restituendo a Rossano la dignità di essere una città di intellettuali e non di esibizionisti». Se ne parla molto in questi giorni, ora che, finito il tempo dei festeggiamenti per il rientro e l’accoglienza del Codex, si deve concretizzare l’opportunità che esso rappresenta. In effetti, non vorremmo che tutto si trasformasse in quel passat ’u sant, passata ’a festa che, parafrasando un noto detto nostrano, lascia sempre l’amaro in bocca. «Ora è il momento – continua il preside Mercogliano – di privilegiare la ricerca e avanzare ipotesi: solo così eviteremo che il Codex resti solo uno splendido gioiello chiuso in una teca preziosa e blindata. Rossano è stata pensata dall’imperatrice Teofano con onore, dove decise di trascorrere nel 982 d.C. il mese di luglio, facendola diventare corte imperiale e sede di suo marito Ottone II, imperatore del Sacro Romano Impero. Teofano è un’artista che viaggia in tutta Europa con uno stuolo di artigiani e artisti, lasciando Evangeliari e reliquie di santi nelle chiese più importanti, fondamentali per tenere saldo il popolo. E Rossano fu scelta proprio come sede regale». Nell’opera del preside Mercogliano, critico letterario e storico rossanese doc – al suo attivo molte pubblicazioni scientifiche, tra cui La vita ascetica di Nilo e Il tempo di Nilo – prendono vita nuove teorie sull’identità del portatore materiale del Codex a Rossano, frutto di traduzioni e analisi accurate di testi storici francesi e tedeschi che hanno sempre onorato la figura dell’imperatrice Teofano. «Due sono gli elementi su cui riflettere e ipotizzare – dice il professor Mercogliano –: o il Codex appartiene a un antico corredo sacro che l’imperatrice Teofano prima e Costantino poi portarono a Rossano, oppure fu prodotto su committenza bizantina nella sedi specifiche in cui si lavorava la porpora, che non era certo materia per poveri monaci, i quali per loro regola dovevano liberarsi di beni terreni e lussuosi. La porpora in effetti veniva lavorata in Siria, Palestina, Egitto. Certo, viene spontaneo chiedersi perché fu scelta proprio Rossano per ospitare un tale bene prezioso. Rossano all’epoca visse una cosiddetta rinascenza ottoniana, seguita da quella macedone, che portò alla ripresa della produzione degli Evangeliari. La corte di Costantino riteneva che lo splendore del Codex è espressione del divino e quindi di Rossano, che è città di Dio e dell’Imperatore. Mentre Rossano viveva il secolo d’oro, dal 964 al 991 d.C., nel resto d’Italia si viveva invece il secolo di ferro con guerre e devastazioni». In continuo fermento è il nostro preside, particolarmente entusiasta per quest’ultima sua dedizione al passato bizantino del nostro territorio, pronto ad accogliere la richiesta dell’Istituto Comprensivo I, che nel prossimo anno scolastico inaugurerà l’insegnamento della Storia di Rossano, avallandosi proprio della sua esperienza in merito. E come lo è stato e lo sarà per un letterato militante dal nome di Gennaro Mercogliano, che non smetterà mai di mettersi a disposizione per la sua città, l’amore per le origini e la conoscenza continuerà, ne siamo certi, a essere fondamentale per tutti.

 

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