Non è da ieri che la società dava segnali di fumo poco rassicuranti, ma sicuramente si tratta di una mossa, hanno sostenuto i sindacati in un comunicato diffuso ieri, alquanto inaspettata nell’immediatezza, poiché lo scenario in cui l’azienda verserebbe oggi e che giustificherebbe il ricorso al concordato preventivo, ad appena un mese di distanza dalla presentazione del piano industriale, sembra del tutto stravolto con responsabilità da ricondurre, sempre secondo la Abramo, all’abbandono del progetto da parte del mondo bancario e finanziario.
Ancora alle prese con la vicenda della commessa di Roma Capitale di cui sta continuando ad occuparsi, la deputata Barbuto ha inoltre dichiarato che anche in questa vicenda, come sempre, sarà al fianco dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali associandosi alla richiesta di queste ultime di aprire un tavolo per la risoluzione della vicenda che vede coinvolti oltre tremila lavoratori tra le regioni Lazio, Calabria e Sicilia.
Conosco personalmente tanti giovani, ma anche meno giovani, che lavorano da Abramo da tanto tempo e so che, come tutti gli altri, hanno sempre svolto il loro lavoro con il massimo impegno, acquisendo una indiscutibile e ineccepibile professionalità che ha contribuito alla crescita dell’azienda e alla immagine di affidabilità nei servizi resi dalla stessa anche durante il periodo del lockdown. Ecco perché, tra le altre cose, conclude la deputata Barbuto, non lascerò nulla di intentato di quanto è nelle mie prerogative di rappresentante del territorio, per difenderne il posto di lavoro (Comunicato stampa).