Crisi pesca,servono risposte concrete

Sabato 10 giugno 2017 arriva in Calabria il presidente nazionale di UNCI-Agroalimentare, Gennaro Scognamiglio. Tutti i pescatori della nostra cooperativa, e non solo, lo ringraziano per la sensibilità e disponibilità ad affrontare i gravosi problemi che hanno messo in ginocchio il comparto della pesca della nostra Regione. Una attenzione particolare la si chiede per i pescatori costieri artigianali che rappresentano, poco più, del 70% dell’intera flotta calabrese.
Il settore negli ultimi anni ha subito un calo della produttività, una riduzione del fatturato, unitamente ad un crollo dei livelli occupazionali. In particolare in Calabria negli ultimi anni è stata registrata una diminuzione delle imbarcazioni (- 110), un calo degli occupati (-770 unità), delle catture (- 2540 t) e del valore della produzione (-14 milioni di euro).
L’effetto della crisi, oltre che a fenomeni di carattere locale, alla stessa composizione della flotta, a normative comunitarie in materia di riduzione dello sforzo di pesca, alle incertezze della U.E. nel riconoscere le specificità della pesca mediterranea e vincoli all’utilizzo di tecniche e attrezzi da pesca, è collegata certamente a tre grandi questioni:
1 -Interdizione delle pesche tradizionali, in particolare la rosamarina e/o sardella;
2- nuovo regime sanzionatorio “abnorme”;
3- mancanza di politiche “concrete” da parte della Regione Calabria.
Il nuovo regime sanzionatorio salatissimo insieme alla difficile situazione in cui versa il settore da tempo sono alla base del malessere dei nostri pescatori. Per arrestare il continuo declino del settore serve una forte attenzione da parte della Regione Calabria con interventi concreti e adeguati all’emergenza in atto.
PRINCIPALI QUESTIONI APERTE
1. Dichiarazione dello stato di crisi per l’attivazione degli ammortizzatori sociali in deroga per i pescatori imbarcati;
2. Decollo pesche tradizionali con integrazione della Calabria nel D.M. 4 aprile 2017 . La crisi, oltre che a fenomeni di debolezza strutturale della pesca calabrese è dovuta alla messa al bando delle Pesche tradizionali come Rossetto e Cicerello che hanno avuto un impatto “scioccante” sui piccoli pescatori costieri con il mancato inserimento della Calabria nel D.M. 4 aprile 2017 del MIPAAF.
3. Osservatorio Regionale Pesca, Programma Triennale regionale della Pesca e dell’Acquacoltura e Legge regionale n.27/2004 “ Azioni a sostegno di uno sviluppo dell’economia ittica in Calabria compatibile con l’obiettivo di valorizzazione della fascia costiera marina”;
4. Decollo dei Centri di Assistenza Pesca. Risulta prioritario superare i ritardi accumulati per l’istituzione dei Centri Assistenza Pesca per servizi personalizzati e orizzontali a pescatori, cooperative e imprese di pesca, insieme alla promozione del prodotto ittico locale, ma anche per la gestione integrata della fascia costiera e la formazione e riqualificazione dei nostri pescatori per la gravosità e la complessità dei nuovi adempimenti, il regolamento di riforma del sistema dei controlli, il cosiddetto “pacchetto igiene” in materia igienico-sanitaria, il Piano d’azione Mediterraneo(1967/2006) e le altre scadenze comunitarie.
5. Accelerare e semplificare l’attivazione delle misure FEAMP. E’ indispensabile accelerare l’utilizzo delle risorse europee del FEAMP, che segna qualche ritardo, con particolare attenzione agli obiettivi dei Piani di Sviluppo locale da attuare attraverso i Gruppi di Azione Costiera (GAC) . Per semplificare le procedure e garantire una piena capacità di spesa, risulta opportuna la formula del “Bando a scadenza aperta”.
6. Rilancio della portualità peschereccia. Tra le priorità del governo regionale non può essere trascurata quella di puntare sul rilancio della portualità peschereccia, utilizzando al meglio tutte le opportunità offerte dal FEAMP. E’ un ambito in cui la regione Calabria sconta ritardi strutturali che è indispensabile iniziare a colmare, non da ultimo perché il problema dei servizi alla pesca in banchina, legato a quello del decollo delle strutture e delle reti di prima vendita dei prodotti ittici, costituisce uno dei principali ostacoli all’adeguamento della filiera ittica regionale agli obblighi imposti dalle vigenti normative europee in materia igienico-sanitaria.
(fonte:comunicato stampa )

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