106: è ora di agire. sollecitati i sindaci, passare dalle parole ai fatti

basta vittime

Di MARTINA FORCINITI
106Altro che asse viario. La strada statale 106 è davvero il segno rappresentativo del pressapochismo italiano.
Quattrocentonovantuno chilometri di disagi per un’unica strada che dal quel lontano 1928 ‒ anno della sua istituzione ‒ sembra una bozza difettata. Eternamente monca.
E fra ammodernamenti e messe in sicurezza che tutti annunciano ma nessuno conclude, i moti di stizza a giorni alterni degli amministratori locali sono lo specchio di un territorio che pensa di potersi improvvisamente scrollare di dosso l’indolenza e vestirsi dell’ottimismo della volontà.
Ma, ad un certo punto, di fronte a fiaschi e fallimenti, passare dalle parole ai fatti dovrebbe essere una scelta obbligata. Ad esserne convinto, tra gli altri, è il direttivo dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” che, lungi dal concedersi a misti di esaltazione e apprezzamenti per qualche slancio di determinazione, chiede ai Comuni dello Jonio un vero atto di decisionismo.
«Accogliamo con meraviglia l’ennesimo intervento sulla stampa dell’ennesimo amministratore dell’Alto Jonio che lamenta l’impossibilità di incontrare il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio per conoscere le intenzioni del Governo sulla Nuova S.S. 106, per ottenere le solite promesse che poi puntualmente non saranno mantenute e per avere una pacca sulle spalle e qualche titolo sui giornali. Inutile ricordare che fino ad ora i sindaci hanno provato in tutti i modi a incontrare di persona il ministro pensando peraltro che ciò avrebbe contribuito alla realizzazione di chissà quali miracoli».
Officine e laboratori delle idee, insomma, stanno a zero di fronte a quell’inerzia che spinge nel pantano ogni discussione su una strada i cui morti non si contano più.
«In pratica, i sindaci non riescono a schiodarsi dall’idea che serva per forza un’azione verbale (incontro con Delrio), o fisica (protesta al Ministero), senza riuscire a raccogliere la proposta della nostra Associazione che prevede semplicemente un’azione politica: una delibera di consiglio comunale congiunta in cui tutti gli otto comuni rappresentino non solo i disagi che sussistono immutati nei loro territori per colpa della “strada della morte”, ma deliberino il loro disagio politico istituzionale rispetto ai ritardi sul progetto con la pretesa di avere una data chiara e certa per l’inizio dei lavori.
Inquietanti sono le azioni che i sindaci intendono intraprendere per protestare contro i ritardi del 3° Megalotto della S.S. 106 e che qui riportiamo: “Un presidio ad oltranza del ministero e, nel frattempo, la convocazione di un consiglio inter-comunale straordinario per riportare all’attenzione il grave e insoluto problema della S.S. 106”. Aggiungiamo: con l’ennesimo dibattito inutile in cui si dice tutto il contrario di tutto».
Ecco che i nostri amministratori tornano a farsi spernacchiare e mortificare, quasi alla stregua di qualche personaggio da burla grottesca. Ma quando in gioco ci sono decine di vite umane, c’è davvero poco da scherzare.

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