Pronto soccorso di Rossano come un lazzaretto

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Abbiamo apprezzato e condiviso le rimostranze, a mo’ di sfogo e sollecitazione, dell’Assessore alla sanità del Comune di Rossano, Dora Mauro. Parole schiette e vere. A testimoniare ciò che accade, ogni giorno, nel Pronto Soccorso dell’ospedale di Rossano. Allo stesso modo, condividiamo quanto scritto dal responsabile dei Circoli del Buon Governo della Sibaritide, Raffaele Corrado. Che ha fatto una fotografia impietosa sulle condizioni altrettanto disastrose del Pronto Soccorso di Corigliano. Tra atti aziendali e di riordino, gli ospedali di Rossano e Corigliano sono diventati dei buoni poliambulatori. Con la differenza che ancora qualche posto letto c’è rimasto. Nulla a che vedere con quanto vi era in passato. Parliamo fino a circa quindici/venti anni fa. Poi la chiusura di quelli di Trebisacce e Cariati. Il forte ridimensionamento in termini di personale e soprattutto servizi dello Spoke Corigliano-Rossano. Insomma, un vero e proprio disastro sanitario. Una “vergogna senza fine”, per dirla con Dora Mauro. Il diritto alla salute rientra tra i diritti fondamentali della persona. Che la Repubblica dovrebbe tutelare così come previsto in Costituzione. Ma da queste parti, ormai lo abbiamo capito, la Costituzione è carta straccia. Così come verificatosi nel caso della soppressione del Tribunale o dei treni a lunga percorrenza. Ci siamo fatti un giro al Pronto Soccorso di Rossano. Dove abbiamo trovato una situazione indecente. Persone in attesa da ore per essere visitate. Anziani e pazienti in genere adagiati sul barelle nei corridoi o su sedie a rotelle. Come nel caso di una signora anziana di Mandatoriccio. “Mia madre è qui da stamattina (noi siamo andati verso le 16 di sabato scorso) ed è sfinita”, ci dice la figlia. Un signore è seduto su una sedia con una flebo al braccio. Fino al giorno prima nella stessa stanza vi erano due signore e un altro anziano. Bagni inguardabili: sporchi, senza sapone e senza carta. Alla stessa ora abbiamo trovato i vassoi di cibo portati dal servizio mensa ancora lì: su sedie, sui caloriferi. Nessuno è passato a riprenderli. Tra l’altro sul servizio mensa vi è una cosa strana: una ditta aveva vinto l’appalto, ma poi l’Asp lo ha ritirato e ha prorogato quello che aveva la ditta precedente. Servizio giudicato da alcuni utenti come “pessimo”. Ma vedere gli ammalati in quei corridoi, su quelle barelle, senza un minimo di riservatezza, è la cosa più brutta. Il personale medico e paramedico fa quel che può. Ma andare avanti così non è più possibile. E umano.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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