Fusione, ricorso al Tar: fermare questo treno in corsa

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Abbattimento del quorum intervenuto successivamente all’approvazione delle delibere consiliari ed esclusione dei cittadini comunitari dall’elettorato attivo.
Sono questi essenzialmente, sul piano giuridico, i punti salienti del ricorso al Tar presentato da cinque cittadini coriglianesi, tra cui il consigliere di maggioranza Angelo Caravetta e l’ex dirigente comunale Gilberto Capano. Insieme all’avvocato Albino Domanico del Foro di Cosenza che segue la vicenda dal punto di vista giudiziario, i due hanno inteso promuovere una conferenza stampa per illustrare le motivazioni che hanno indotto ad adire la magistratura amministrativa. “Bisogna fermare questo treno in corsa diretto verso un muro” ha affermato il consigliere Caravetta, che all’epoca (febbraio 2016) votò a favore della delibera: “Abbiamo votato sulla base di una normativa regionale che poi è stata modificata”, prosegue il consigliere che non esita a fare riferimento a tanti altri consiglieri comunali che “sono per il no ma non vengono allo scoperto”. È proprio su questo punto che, così come richiesto da più parti negli ultimi giorni, si auspica un intervento dell’Amministrazione comunale di Corigliano ed una presa di posizione.
Tornando al ricorso, nette le parole di Gilberto Capano: “Si tratta di un’arma di legittima difesa di fronte ad una rapina che si stava compiendo ai danni della città”. I ricorrenti non si dicono contrari alla fusione in sé, anche se si manifestano favorevoli all’Area Vasta, ma contestano le modalità con cui finora è stato portato avanti l’iter.
Nel ricorso si chiede, in via cautelare la sospensione, nel merito l’annullamento, dei seguenti atti: il decreto del presidente Oliverio con cui si indice il referendum consultivo già fissato per il prossimo 22 ottobre; la delibera del Consiglio regionale del 27 gennaio scorso recante la “Effettuazione referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 182/10^ di iniziativa del consigliere Giuseppe Graziano”; la risoluzione della Prima commissione consiliare “Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale”; la delibera del Consiglio comunale di Corigliano del 1 febbraio 2016; la delibera del Consiglio comunale di Rossano del 16 gennaio 2015; ogni altro atto, connesso e coordinato, anteriore e conseguente.
L’iter giudiziario seguirà ora il suo corso, mentre da più parti si sollecita un intervento della politica. Ed è lo stesso consigliere Caravetta a non escludere che la questione possa tornare ad essere oggetto di discussione in consiglio comunale, ipotizzando una revoca della delibera approvata a maggioranza nel febbraio 2016 o, quanto meno, la richiesta alla Regione Calabria di fermare l’iter già avviato, che vede un referendum consultivo fissato per il prossimo 22 ottobre. All’iniziativa di lunedì sera erano presenti anche altri consiglieri comunali e cittadini, molti dei quali concordi sulla necessità di rivedere le modalità della fusione.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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