Fuochi di San Marco, solo produzioni identitarie

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FUOCHI DI SAN MARCO 2017, condividere ogni iniziativa utile a valorizzare e comunicare, nel territorio e nella regione, la natura storica dell’evento dell’evento. Adottare, in sinergia, ogni azione necessaria a tutelare e preservare e preferire, prima durante e dopo lo svolgimento annuale dell’evento (24 aprile), la sua natura identitaria, con particolare attenzione alle produzioni locali ed alle eccellenze enogastronomiche. Far diventare i FUOCHI DI SAN MARCO un evento annuale di riferimento regionale ed extraregionale di promozione della memoria storica, delle tradizioni locali, dell’enogastronomia di qualità territoriale e calabrese e dei turismi.

Sono, questi, gli obiettivi del protocollo tra l’Amministrazione Comunale, COLDIRETTI – Rossano, Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) di zona ed il Convivium SLOW FOOD Pollino – Sibaritide Arberia. L’intesa PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE DELL’IDENTITÀ STORICA E PER LA PROMOZIONE TURISTICA DEI FUOCHI di SAN MARCO NEL CENTRO STORICO DI ROSSANO è stata firmata nei giorni scorsi, in occasione della presentazione ufficiale della 181esima edizione dell’evento, ospitata nella Sala Rossa di Palazzo San Bernardino, tra il vicesindaco ed assessore al turismo Aldo ZAGARESE, il responsabile di zona di COLDIRETTI Gino VULCANO, la responsabile di sede della CIA Patrizia CRUCELI e il segretario della Condotta territoriale Slow Food Cesare ANSELMI.

Il progetto – ha spiegato ZAGARESE nel corso della conferenza stampa di presentazione – è quello di privilegiare, all’interno del perimetro del centro storico, nel corso della serata, le sole produzioni agroalimentari ed artigianali locali e d’eccellenza, anche attraverso la collaborazione con le associazioni di categoria; riservando – ha precisato – l’area esterna del Traforo ad ogni altra forma di ambulantato con produzioni non locali o territoriali.

Per governare sia la crisi economica che lo spopolamento di aree interne, borghi e città d’arte in particolare – si legge nel Protocollo – occorre promuovere lo sviluppo sostenibile dei territori attraverso il ritorno manageriale alla terra e la riscoperta e rivitalizzazione dei centri storici soprattutto da parte delle nuove generazioni, l’utilizzo responsabile e durevole delle risorse naturali locali e l’investimento ragionato e lungimirante nel complessivo patrimonio culturale ed identitario, a partire da quelloagroalimentare ed enogastronomico.

 

La valorizzazione dei propri marcatori e la comunicazione del cosiddetto terroir rappresentano al tempo stesso – si prosegue nel documento – una delle leve strategiche per consolidare l’appeal emozionale e quindi il successo anche economico delle destinazioni turistiche locali. La valorizzazione e promozione, all’interno (turismo di prossimità) ed all’esterno, delle produzioni e delle eccellenze enogastronomiche sono le premesse per una sempre maggiore sovranità alimentare dei territori, con effetti positivi oltre che sulla salute anche sull’economia locale ed in generale sulla qualità della vita. Il reale valore turistico aggiunto degli eventi della tradizione, essi stessi marcatori identitari di una località e di un’area, è rappresentato – così conclude la premessa del Protocollo – dalla capacità di attrarre ed emozionare l’ospite attraverso la condivisione di esperienze autentiche ed uniche, date dai beni culturali al paesaggio, dall’enogastronomia all’artigianato, etc.

(fonte: comunicato stampa)

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