Enel: s’incatenano all’ingresso, trasferiti al Nord

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Sei addetti alle pulizie s’incatenano ai cancelli d’ingresso della centrale Enel. L’azienda, nelle ultime ore, ha notificato un provvedimento di trasferimento presso sedi del Nord Italia (tra cui Bolzano, Firenze, Torino). Inutile sottolineare che per quanto percepiscono diventa quasi impossibile poter accettare una siffatta proposta. Si tratta di lavoratori e lavoratrici assunti a contratto ma che assumono mensilità pari a circa 1200 euro mensili. E per lo più con famiglie a carico. Con queste cifre, da quelle parti, si riesce a pagare il fitto. In verità l’azienda si voleva far carico della locazione ma ciò non è consentito poiché si tratta di un trasferimento a carattere permanente e non provvisorio. Per molti tale provvedimento è vissuto come una strategia per costringere le maestranze a mollare. Sul posto si sono recati i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil-Cisl -Uil- Usb-SGB (Andrea Ferrone, Michele Tempo, Giampiero Mercogliano, Luciano Campilongo, Bruno Graziano) e il sindaco di Rossano Stefano Mascaro. Secondo le ultime è stato fissato un incontro per mercoledì 8 febbraio, alla presenza dei dirigenti Enel, l’azienda di pulizie, i sindacati, il sindaco. Dal tavolo dovrà uscire una soluzione alternativa. Tra queste un cambio di mansioni o di qualifica come è stato fatto per altri lavoratori. Se tutto ciò non dovesse avvenire, i lavoratori torneranno sul piede di guerra rivendicando il diritto al lavoro. A difendere le posizioni dei lavoratori anche il consigliere comunale Flavio Stasi (RossanoPulita) contro il quale si sarebbe scagliato il sindaco Mascaro, ricordando che proprio ieri avrebbe dovuto tenersi una conferenza di capigruppo per discutere in Consiglio comunale del futuro della centrale Enel (Futur-e) ma la riunione è stata rinviata perché Stasi ha contestualmente organizzato un incontro sulla sanità.
I sindacati intanto si dicono scettici circa la selezione delle proposte progettuali che Enel ha avviato circa la possibilità di cedere l’area ai privati. Le filiere sono prevalentemente: turismo e agricoltura. Le proposte selezionate sono sei. Il problema è dunque la volontà di Enel da un lato e l’affidabilità degli imprenditori dall’altro. L’impianto di Rossano è ormai dismesso. Sono rimasti 10/15 unità prossime al pensionamento. Gli altri sono stati dislocati in altre filiere della holding. Si tratta di un impianto termoelettrico alimentato a olio-gas. Con una estensione d’area pari a 690.700 mq (388.000 mq occupati dalla centrale) e con una potenza lorda impianto: 1.738 MW. Il sito è costituito da 4 unità termoelettriche a vapore con caldaie alimentate a gas metano o olio combustibile per una potenza installata di 320 MW ciascuna, e da 4 turbogas di ripotenziamento alimentati a gas metano per una potenza installata di 115 MW. L’impianto è dotato anche di un deposito oli minerali costituito da sei serbatoi da 53.700 m3 ciascuno e di un impianto di trattamento acque reflue. Nel marzo 2016, è stata avviata la procedura pubblica per l’acquisizione e riqualificazione del sito tuttora in corso. A questa iniziativa collaborano con Enel il Politecnico di Milano, il Comune di Rossano e l’Università della Calabria. Dal 2010 l’impianto ha visto un forte decremento della produzione sino a vedere la progressiva messa fuori servizio delle unità. Il 15 luglio 2016 si è conclusa la fase di pre-qualificazione al concorso di progetti per la cessione e il riutilizzo dell’area. Tra i soggetti che hanno presentato proposte, numerose imprese del territorio e aziende estere. Ed è proprio su questo che si sta discutendo: individuare il progetto più credibile e gli imprenditori più affidabili.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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